La pazienza del buon Padre - XVI Domenica del Tempo Ordinario anno A

La pazienza del buon Padre - XVI Domenica del Tempo Ordinario anno A

Sul sito è presente il commento alle pericopi di questa Domenica così distribuito:

1° lettura Sapienza 12,13-16-19 ➜ Sap 12,12-22
Salmo responsoriale 86 (85) ➜ Sal 86 (85)
2° lettura Romani 8,26-27 ➜ Rm 8,18-27
Vangelo Matteo 13,24-43 ➜ Mt 13,24-30  Mt 13,31-35  Mt 13,36-43

La pazienza del buon Padre


Centrale in questa domenica è la meditazione sulla pazienza di Dio, la misericordia e la mitezza. La prima lettura è un elogio della mitezza di Dio, mentre la seconda dice il desiderio di bene che abita ciascuno di noi.


Il regno dei cieli come un seminatore di seme buono e il nemico.

Dio ha fatto bella ogni cosa (Gen 1; Qo 3,11) e i frutti del suo Spirito sono quanto di più vitale e buono si possa immaginare (Gal 5,22). La terra è l’uomo (Adam significa terra) e il seme bello è il desiderio di Dio di germinare nella comunione personale e viva con tutti. Il nemico tenta di somigliare a Dio, non per piacere e bellezza, ma per odio profondo verso noi.


Il male e gli interrogativi che causa.

Il male nella vita è sempre sconcertante. Nessuno cerca veramente il male se non perché lo creda un bene. Tutti cerchiamo la felicità (Agostino) e quando vogliamo il male è perché siamo illusi e affascinati che quel male sia un bene. Per comprendere la dinamica del male, che avvinghia spacciandosi per bene, ci basta rileggere i versetti precedenti a questa parabola: il seme tra le spine cresce insieme a quelle, ma poi ne è soffocato come colui che alto, robusto e orgoglioso, cede poi alle seduzioni della mondanità e alle preoccupazioni passeggere.


Come eliminare il male?

Se Dio è buono, da dove e perché viene il male? La domanda è antica quanto l’uomo, ma la misericordia di Dio precede l’uomo poiché è Dio stesso dall’eternità. La diminuzione o la scomparsa del bene a causa del male spesso fa sospettare di Dio: “Non hai seminato del buon seme?” (v. 27). Se il frutto cattivo avvinghia il frutto buono, il seminatore è cattivo o assente o indifferente o distratto. Il seminatore di seme buono ha lavorato di giorno. Il nemico invece di notte. Ecco allora una prima preghiera: “Signore, fa’ che sappiamo custodirci l’un l’altro perché nella notte non cadiamo prigionieri del male!”


Nel tempo e nel frattempo costruiamo il bene senza farci scoraggiare, ferventi, ricevendo e offrendo la misericordia del Padre che ama i giusti e gli ingiusti (Mt 5,43-48) di amore “eccessivo” (Mt 5,20).


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