Atti 3,17-26 - Discorso di Pietro nel Tempio

Atti 3,17-26 - Discorso di Pietro nel Tempio

Atti 3,17-26
Discorso di Pietro al popolo/2


17Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. 18Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. 19Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati 20e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù. 21Bisogna che il cielo lo accolga fino ai tempi della ricostituzione di tutte le cose, delle quali Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dall'antichità. 22Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me; voi lo ascolterete in tutto quello che eglividirà. 23E avverrà: chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo. 24E tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunciarono anch'essi questi giorni.
25Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra. 26Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità».
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Atti 3,17-26


Dopo aver dichiarato che Gesù autore della vita è stato consegnato, rinnegato e ucciso dagli uomini, ma risuscitato dal Padre, Pietro invita gli ascoltatori a riconoscere nella Risurrezione di Cristo il compimento delle promesse di salvezza. La guarigione dello storpio deve diventare sprone per desiderare la propria guarigione del cuore. Si rivolge al popolo che chiama «figli dei profeti e dell’alleanza» e fa comprender che l’orizzonte della salvezza ora si estende a tutto il mondo. Gli Israeliti sono stati destinatari dei segni di Dio per primi (v. 26), ma ora il Vangelo è per tutti.

  • Agire per ignoranza, ma i profeti avevano parlato. Le parole di Pietro non sono poi così leggere per chi ascolta. Per sei volte in dieci versetti richiama i profeti e in più nomina Mosè e Samuele. Questa ridondanza ha almeno due significati: 1- invita a prendere in mano le Scritture, rileggendole con la vita di Gesù; 2- invita a diventare profeti della sua risurrezione. Davanti a Pietro c’è la gente semplice, ma anche i dotti del Tempio che conoscevano bene la Parola. Affermare che abbiano agito per ignoranza riporta anzitutto alla mente la supplica di Gesù in croce: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Queste parole però diventano anche un richiamo a smuoversi da quelle tradizioni costruite come castelli impenetrabili che ingabbiavano lo spirito della Parola e non permettevano a nessuno di scoprire l’amore di Dio (Is 29,13 cit. in Mc 7,6). Il richiamo ai profeti è dunque profetico in se stesso: riaprirsi alla grazia della Parola e testimoniarla.
  • Bisogna che il cielo lo accolga fino alla ricostituzione di tutte le cose. Questa dichiarazione esprime una necessità che riguarda le speranze intime di ogni Israelita. Nel v. 20 Pietro ha parlato di «tempi della consolazione» e nel v. 21 «della ricostituzione». Il lettore degli Atti potrebbe pensare alla domanda dei discepoli in At 1,6 e dunque al fraintendimento dell’imposizione di un nuovo regno sulla terra. Non è questo il significato delle parole di Pietro. Cosa significa dunque che Gesù deve essere accolto nel cielo fino a un certo tempo? Di che consolazione e ricostituzione si tratta? È la consolazione della grazia che quotidianamente si perde con il peccato (Gen 3,24), mentre l’attesa dice il mistero del tempo della vita che appartiene a Dio soltanto. Solo Dio conosce i tempi di ogni uomo ed è saggezza riconoscere la sua visita nella nostra vita (Mt 16,3; Lc 19,44). Nel tempo che all’uomo è donato di vivere, egli impegna la propria vita, senza fantasticare sul futuro, ma abitando in terra con lo sguardo fisso al cielo e ripetendo: «venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra» (Mt 6,10).
  • Siano cancellati i peccati e abbiate benedizione. I vv. 19 e 26 si richiamano a vicenda. In essi si esplicitano le conseguenze della conversione personale: unirsi a Gesù e lasciarsi cancellare la macchia dei peccati (Battesimo e Riconciliazione), mette l’uomo nella condizione di beato, profeta di Dio e figlio dell’alleanza.

Se Cristo ha dato tutto se stesso per procurare a me la grazia del cielo in terra, chi potrà mai separarmi da questo amore (Rm 8,35) se non la testardaggine del cuore?


Profezie Messia o compimenti: Gen 3,15; 17,5; Dt 18,15-22; Gs 23,15; 1Re 8,54-61; Sal 48,9; Is 11,2; 55,10-11; Mt 3,10-12; 5,18; Lc 18,31-33; 21,5-9; Gv 5,39.46; At 13,27-29; Rm 4,21; 15,4-8; 2Cor 1,20; Ap 10,7; 

consolazione: Is 51,12; 66,11; Zc 12,10; Lc 2,30; 6,24; 2Ts 2,16.

Atti 3,17-26 - Discorso di Pietro nel Tempio

Pietro annuncia che la Risurrezione di Gesù è compimento delle promesse di salvezza fatte da Dio tramite i profeti. Gli Israeliti a cui parla conoscono bene le Scritture; ora devono rileggerle attraverso Gesù

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