Giovanni 13,6-12 - Capite quello che ho fatto?

Giovanni 13,6-12 - Capite quello che ho fatto?

Giovanni 13,6-12
Capite quello che ho fatto per voi?


6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi?»
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Giovanni 13,6-12


Nella cena consumata con i discepoli prima della Pasqua, Gesù lascia il testamento spirituale del «Signore e Maestro» (vv. 13-14) nei significativi monumenti spirituali: lavanda dei piedi, vita sacramentale nell’Eucarestia, Riconciliazione e Ordine, i discorsi nella cena e le preghiere. In questi versetti il dialogo tra Pietro e Gesù si apre ai discepoli di tutta la storia con la domanda: «Capisci ciò che ho fatto per te?»

  • Il dialogo tra Pietro e Gesù: la reazione di Pietro potrebbe essere anche la nostra ed è stata sicuramente quella di un po’ tutti i discepoli. Chissà cosa avrà pensato Giuda Iscariota (nominato al v. 2 e sottinteso nel v. 10) o come avranno reagito i primi cristiani ascoltando il racconto dei testimoni di quella sera. Pietro chiama Gesù Signore perché è superiore e perché è il maestro. La superiorità di Gesù però è interpretata come dominio, come confessano i due di Emmaus (Lc 24,21) e come continueranno a intendere i discepoli davanti al Risorto (At 1,6). Questa signoria della potenza e della forza è però un’idea applicata a Gesù e non la verità della sua missione. Manca la comprensione del servizio come misura dell’amore per questo non si dice che Gesù tolga il grembiule nel rivestirsi. È come se lo tenesse con sé per sempre. La croce sarà poi il segno della regalità suprema non perché dominio di un Re che elimina il peccatore, ma come servizio che lo risolleva.
  • I piedi, le mani, il capo: la Scrittura utilizza due modi per indicare l’uomo nei tratti corporei. Il primo è quello della totalità per cui ci si riferisce all’interezza della persona con i termini corpo, carne, anima, spirito. Il secondo è quello delle parti per cui si nomina un organo per indicare la persona intera o una sfumatura del comportamento e dell’azione. Lavare tutto il corpo è il coinvolgimento della vita intera. I primi cristiani avranno forse letto tra queste righe un discorso penitenziale per cui Pietro avrebbe riconosciuto di dover essere purificato totalmente da Gesù. Gesù continua ciò che ha iniziato e lava i piedi che sono immagine del cammino. Pietro deve continuare a essere discepolo (camminare dietro al maestro) e apostolo (camminare per portare il Vangelo agli altri). Il cammino con Gesù e nel nome di Gesù sarà la sua testimonianza del maestro.
  • Sapete quello che ho fatto per voi? Mio Signore, Gesù! Se noi fossimo davvero consapevoli di quanto hai fatto per noi, da tempo ci saremmo convertiti a te. Da tempo avremmo lavato i piedi dei nostri fratelli con le lacrime della gioia della tua misericordia, che copiose sarebbero scese dai nostri occhi come dalla donna che in casa di Simone il fariseo ti lavò i piedi con le sue (Lc 7,36-50).

Il sapere di cui parla Gesù è la consapevolezza dell’identità del maestro e della sua opera per noi. Tale consapevolezza mi richiama il metodo ignaziano degli Esercizi e delle contemplazioni. Testimonio, come esercitante e come predicatore, che la grazia di Dio davvero opera accrescendo l’amore e la consapevolezza di chi si fa guidare dalla Parola e dallo Spirito. Come insegna Ignazio, possiamo ripetere: «Signore, dammi il tuo amore e la tua grazia; questo mi basta» (Esercizi Spirituali 234). Inoltre è bello pregare con questi versetti guidati da “Servire è regnare” delle Gen Verde.


Comprensione della regalità nella croce: Lc 22,30; Gv 8,28; 18,36; 

Servire (nel senso di questi vv.): Mc 9,35; Mt 25; Gv 12,26; 15,15; Rm 1,1; 1Cor 4,1; 9,19; Ef 6,6.

Giovanni 13,6-12 - Capite quello che ho fatto?

Il dialogo tra Pietro e Gesù si apre ai discepoli di tutta la storia con la domanda: «Capisci ciò che ho fatto per te?» Il servizio di Gesù è il chinarsi per risollevare al cielo l'uomo separato dal Padre a causa del peccato.

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