Nella cena consumata con i discepoli prima della Pasqua, Gesù lascia il testamento spirituale del «Signore e Maestro» (vv. 13-14) nei significativi monumenti spirituali: lavanda dei piedi, vita sacramentale nell’Eucarestia, Riconciliazione e Ordine, i discorsi nella cena e le preghiere. In questi versetti il dialogo tra Pietro e Gesù si apre ai discepoli di tutta la storia con la domanda: «Capisci ciò che ho fatto per te?»
Il sapere di cui parla Gesù è la consapevolezza dell’identità del maestro e della sua opera per noi. Tale consapevolezza mi richiama il metodo ignaziano degli Esercizi e delle contemplazioni. Testimonio, come esercitante e come predicatore, che la grazia di Dio davvero opera accrescendo l’amore e la consapevolezza di chi si fa guidare dalla Parola e dallo Spirito. Come insegna Ignazio, possiamo ripetere: «Signore, dammi il tuo amore e la tua grazia; questo mi basta» (Esercizi Spirituali 234). Inoltre è bello pregare con questi versetti guidati da “Servire è regnare” delle Gen Verde.
Paralleli e approfondimenti
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
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