1 Corinzi 12

I doni dello Spirito

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vv. 1-3

1 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell'ignoranza. 2 Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. 3 Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire: "Gesù è anаtema!"; e nessuno può dire: "Gesù è Signore!", se non sotto l'azione dello Spirito Santo.


© Testo a cura della CEI consultabile su bibbiaedu

Paralleli e rimandi:
Gs 24,2 | Sal 115 (113B) | Gv 14,26 | At 2,21; 2,36 | Rm 10,9 | Fil 2,11 | 1Gv 4,1-3

I capitoli 12-14 di questa lettera sono dedicati alla riflessione sullo Spirito Santo e i suoi doni. I doni dello Spirito sono segno della gratuità di Dio per l’edificazione della comunità. Alcuni pensano di poterne approfittare per un vanto personale, ma non viene da Dio un simile desiderio. Lo Spirito di Dio è verità e fa riconoscere anzitutto la grandezza del Signore, per questo tutto è per la sua lode.

Alcuni punti di riflessione da questi versetti introduttivi.

  • Doni dello Spirito: i carismi. Il primo versetto introduce il tema che Paolo sviluppa nei capitoli 12-14. I doni dello Spirito sono detti carismi. Il termine deriva da “grazia” e significa la gratuità e l’amore di Dio verso la Chiesa. I carismi sono molteplici e sono elencati nei prossimi versetti. Importante è viverli come segno della gratuità di Dio e non dei meriti umani. Nessuno che abbia un dono speciale deve giudicarsi il migliore della comunità. Infatti, se anche si possedessero tutti i doni naturali e soprannaturali, la persona non sarebbe nulla senza l’amore (la carità - cap. 13) che supera tutti i carismi. Tutto è servizio per la crescita della comunità.
  • Agire sotto l’azione dello Spirito: riconoscere il Signore. Il secondo versetto segna un grande passaggio spirituale ed epocale che continuamente realizza lo Spirito di Dio: dall’idolatria alla fede, dal paganesimo alla libertà. Giovanni nella sua prima lettera invita a saggiare e provare gli spiriti perché non tutti vengono da Dio. Come riconoscerli? Ciò che porta a Dio, viene da Dio; ciò che allontana, non viene da Lui (1Gv 4,1-3). Inoltre gli idoli sono definiti muti, citazione del Salmo 115 (113B), e chi crede in essi è trascinato, dunque non libero. Gli idoli sono muti perché oggetti plasmati dall’uomo; solo Dio che ha fatto il cielo e la terra (Sal 115,15) è Creatore e Signore. In Dio il cuore non è trascinato in credenze vuote, ma libero per amare.
  • Agire sotto l’azione dello Spirito: annunciare la signoria di Dio. Il terzo versetto dice il legame tra Dio e i suoi fedeli. Lo Spirito fa conoscere la verità perché è come un maestro interiore (Gv 14,26). Ciò che è riconosciuto vero, va poi annunciato con la bocca (At 2,21) e creduto nel cuore perché non ci sia dissonanza nella vita credente (Rm 10,9). Guardare Gesù è la nostra salvezza perché in lui Dio si è abbassato unendosi a ciascuno di noi e donandoci il suo spirito ci solleva verso Lui, dove vive glorioso (At 2,36; Fil 2,11).

Paralleli e approfondimenti

  • Gli idoli sono vuoti: Sal 115;
  • Abramo fu il primo a riconoscere l’unico vero Dio: Gs 24,2;
  • Annunciare che Gesù è Signore: At 2,21; 2,36; Rm 10,9; Fil 2,11.

Quando si usa nella preghiera questo testo?

Nella liturgia questo brano paolino lo troviamo:
Nel Breviario troviamo questa pericope:
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In altri riti:
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TAg di riflessione e commento
  • Spirito Santo
  • Carismi
  • Comunità
  • Edificazione
  • Idolatria
  • Paganesimo
  • Libertà
  • Verità
  • Maestro interiore

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