Giovanni 12,12-19 - Benedetto colui che viene

Giovanni 12,12-19 - Benedetto colui che viene

Giovanni 12,12-19
Benedetto colui che viene



12Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!».

14Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

15Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d'asina.

16I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte. 17Intanto la folla, che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli dava testimonianza. 18Anche per questo la folla gli era andata incontro, perché aveva udito che egli aveva compiuto questo segno. 19I farisei allora dissero tra loro: «Vedete che non ottenete nulla? Ecco: il mondo è andato dietro a lui!».


(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Giovanni 12,12-19


Dopo aver celebrato in Betania un anticipo della sua Pasqua, Gesù si avvia verso Gerusalemme, dove la glorificazione si compirà definitivamente. Giovanni aveva scritto: «veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (1,9). Nell’ingresso a Gerusalemme possiamo contemplare come la luce che è Cristo entra nel mondo nel segno dell’umiltà. L’incontro con Gesù diventa giudizio rivelatore: chi lo accoglie è rinnovato nella gioia (la folla festante che gli si muove incontro), mentre chi lo rifiuta si chiude sempre più nelle proprie tenebre (i farisei che si stringono in cerchio accusandosi vicendevolmente). È sulle persone che si muovono in questi versetti che mi soffermo, mentre rimando ai passi paralleli per i commenti ulteriori:

  • La folla, i discepoli, il mondo, i farisei: la folla si muove incontro a Gesù, manifestando il desiderio di incontrarlo (come i Greci della pericope successiva). La gente segue i movimenti del Signore, mostrando come nell’uomo ci sia un fiuto della presenza di Dio e un desiderio di pienezza che fa muovere dal proprio mondo per andare incontro a colui che può appagare. Il movimento di quelli che vanno verso Gesù ricorda i Samaritani (4,30) e quelli che avevano assistito al segno dei pani (6,26): Gesù è la fonte, è il pane, è la gioia e la luce. La folla è anche detta mondo. La constatazione dei farisei, «il mondo è andato dietro a lui», diventa così un giudizio contro se stessi. Il mondo, infatti, che non aveva accolto la luce, ora ha riconosciuto il Signore (1,9-13). Loro invece hanno scelto di chiudersi in un buio peggiore di prima. I discepoli dal canto loro sono silenziosi. Immaginiamo che abbiano festeggiato, ma ora non parlano.
  • Gesù: accetta il tributo festoso e, alla Scrittura che l’evangelista ora riconosce compiersi (si citano il Sal 118 e il profeta Zc), aggiunge il suo modo di volere essere inteso Messia: egli è umile come il puledro che ha scelto. Gesù è come il puledro. Egli porta su di sé il peso del peccato che separa l’umanità dal Padre.
  • Rami di palme: il gesto rievoca la gioia della liberazione dai Seleucidi e l’ingresso di Simone e del popolo festante nella Cittadella di Gerusalemme purificata (1Mac 13,51). Il simbolo ritorna in Ap 7,9 nelle mani di quelli che seguono l’Agnello ancora come segno di vittoria: essi hanno vinto la grande tribolazione e sono sempre davanti a Dio. I rami hanno dunque un doppio significato: sono un tributo al re che libera dal male e indicano profeticamente che questa liberazione è per vivere pienamente la comunione con Dio.  

L’incomprensione dei farisei e quella dei discepoli creano un’opposizione che ci chiede di scegliere da che parte mettere il nostro cuore. I farisei si chiudono tra loro e parlano accusandosi reciprocamente. È tipico di chi non accoglie la necessità di conversione e ha bisogno di scaricare il proprio male su qualcuno. I discepoli invece fanno silenzio perché ancora mancano di piena comprensione, ma fanno anche l’unica cosa necessaria per giungervi: camminano accanto al maestro, «lo seguono dovunque egli vada» (Ap 14,4).



Puledro d’asino: Mc 11,1-11; rami di palme: Lv 23,40; Ne 8,15; 1Mac 13,37.51; 2Mac 14,4; Ez 41,18; Ap 7,9; come una palma: Sal 92,13; Sir 24,14.

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