Genesi 12,1-4 - Abramo

Genesi 12,1-4 - Abramo

Genesi 12,1-4
Abramo



1Il Signore disse ad Abram:
«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
2Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
3Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».

4Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.

(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Genesi 12,1-4


Qui inizia il ciclo dei patriarchi (12,1-37,1) Abramo (12,1-25,18), Isacco e Giacobbe (25,19-37,1). Nel senso stretto del termine intendiamo per patriarchi i capostipiti remoti della vicenda che porterà alla nascita del popolo di Israele. Con il ciclo di Giuseppe (37,2-50,26) entreremo poi in un livello più prossimo all’Israele storico, sia nel senso cronachistico, sia nel senso teologico.

  • Alleanza. La categoria di alleanza fa da collante generale a molti degli eventi narrati nella Scrittura. Nella vicenda di Noè compare già l’intenzione divina di un’alleanza con l’umanità (Gen 9,8-17). Nei suoi discendenti il Signore si rivolge a tutte le popolazioni e nazioni della terra (Gen 10,5). Nelle narrazioni sul patriarca Abramo “alleanza” è una delle tematiche principali per l’interpretazione dell’uomo stesso e della teologia dei testi. Ritorneremo sull’alleanza in Gen 15,18, ora anticipata dalle parole di benedizione di questi versetti.
  • Partire. Terach padre di Abramo era già partito da Ur alla volta di Canaan (Gen 11,31), ma si ferma in Carran, quasi a metà del percorso. Abramo porta a compimento il viaggio iniziato con il padre, ricevendo da Dio la promessa che la sua vita sarebbe stata benedetta con una grande discendenza e una terra. I Padri della Chiesa vedono nel viaggio di Abramo un segno profetico del Battesimo. La terra paterna è l’uomo vecchio abbandonato per vivere una vita nuova in Cristo. Naturalmente l’AT non conosce questa interpretazione cristiana. Abramo è comunque un modello di fede che sa abbandonare la vita vecchia per abbracciarne con fiducia una nuova (Eb 11,8-12).
  • Moltitudini. Nelle parole del Signore al v. 2 leggiamo un passaggio dal «nazioni» di Gen 10,5 alla discendenza di Abramo come un’unica «grande nazione» nella quale si riconoscono «tutte le famiglie della terra» (v. 3). Il cambiamento è più teologico, che sociologico. Abramo sarà il segno di una nuova umanità chiamata a sentirsi unica famiglia e fraternità. C’è, in altre parole, un desiderio di rinnovare i rapporti dopo il tradimento della fraternità in Gen 4,9. Abramo è certamente un uomo astuto (Gen 12,10-20), ma non per questo incapace di generosità, come testimoniano l’accoglienza dei viandanti a Mamre (Gen 18,1-15), la divisione della terra a favore di Lot (Gen 13,10-13) e poi il mettere in salvo Lot e la sua famiglia (Gen 14,13-16). Contrattare con Dio per la salvezza dei giusti in Gen 18,16-33 fa passare alla storia Abramo come uomo dal cuore aperto verso il prossimo, quasi come se egli sentisse già una responsabilità di paternità universale (Rm 4,18).
  • Benedizione. Dio è il Benedetto (Dn 2,19-23; Mc 14,61). Benedizione è Egli stesso. La benedizione è la prima parola che rivolge ai progenitori (Gen 1,28), al Noè postdiluviano (Gen 9,1) e ora ad Abramo. Essa consiste nell’essere colmi della sua vita e nel comunicarla al prossimo. Per questo nella preghiera Dio è benedetto da quelli che pregano; così fanno Tobia e Sara (Tb 8,1-18), il salmista (Sal 28,6; 68,20.36), Maria (Lc 1,46) che lodando cita anche l’alleanza con Abramo (Lc 1,55), Zaccaria (Lc 1,68) e molti altri. Abramo deve essere interpretato nel filone di coloro che accolgono e comunicano la vita di Dio al prossimo.

I giochi di parole su benedizione e maledizione dei vv. 2-3 ci presentano un uomo scelto per essere il contagio buono della grazia di Dio. Chi è figlio di Abramo, è figlio della benedizione. Per essere figli di Abramo non occorre il sangue, ma la fede. Lo insegna Gesù in disputa con i Giudei: «Gli risposero: “Il padre nostro è Abramo”. Disse loro Gesù: “Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo”» (Gv 8,39); lo ribadirà Paolo ai Galati: «6Come Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia, 7riconoscete dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede» (Gal 3,6-7).



Paralleli e approfondimenti

  • Abramo padre di tutti: Gen 26,33; 28,13; Gs 24,3; 1Cr 1,28 e 32; Sal 47,10; 105,6; Is 41,8; 51,2; 63,16; Mt 3,9; Gv 8,31-59; At 7,2; 13,26; Rm 4; 11,1; Eb 2,6; 
  • Essere figli di Abramo: Gen 22,7; 32,10; Mt 1,1 (Gesù figlio di Abramo); Lc 13,16; 16,24.30; 19,9; At 13,26; 2Cor 11,22; Gal 3,7.14.29.

Genesi 12,1-4 - Abramo

Abramo è segno di unità del genere umano ed è segno di comunione nella fede con Dio Benedetto. Gesù, figlio di Abramo (Mt 1,1), sarà il segno tangibile della benedizione divina, ora adombrata nella promessa

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