Atti 13,16-25 - Ad Antiochia di Pisidia

Atti 13,16-25 - Ad Antiochia di Pisidia

Atti 13,16-25
Ad Antiochia di Pisidia



16 Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: "Uomini d'Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. 17 Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 18 Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant'anni nel deserto, 19 distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra 20 per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuele.21 Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant'anni. 22 E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri".
23 Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. 24 Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele. 25 Diceva Giovanni sul finire della sua missione: "Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali".
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Atti 13,16-25


Con il 13° capitolo la missione dei primi cristiani ha come principali protagonisti “Paolo e i suoi compagni” (13,13). Notiamo la centralità dell’apostolo da questo momento in poi. Il discorso che leggiamo ora è pronunciato nella sinagoga di Antiochia di Pisidia. Divido il testo: 16-25 le figure e le testimonianze della promessa di Dio; 26-37 Gesù della stirpe di Davide è il salvatore promesso; 38-43 esortazioni.

  • Israele e timorati (v. 16). Paolo chiede la parola alzando la mano, tipico gesto dell'oratore antico. Si rivolge agli uomini d'Israele, cioè suoi fratelli nella fede ai quali desidera far conoscere il salvatore Gesù, promessa di Dio da tutti i tempi.
  • Questo popolo d’Israele (vv. 17-20). Paolo si sente vicino ai suoi ascoltatori quando dice “questo popolo”. Non è lontano, ma non ne fa più parte come prima. Il suo sguardo è quello del cristiano. Potremmo dire che anche il suo orecchio è nuovo perché ascolta la Parola in sinagoga (v. 15) con l'orecchio del cristiano e annuncia nella speranza cristiana la risurrezione e la novità di Cristo (vv. 38-39).
  • Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino (v. 21). Specifica l’appartenenza che è la medesima di Saulo/Paolo, discendente di Beniamino e con il nome dell'antico re (Rm 11,1 e Fil 3,5). 
  • Suscitò Davide (v. 22). Il re Davide è scelto perché secondo il cuore di Dio (1Sam 13,14) e su di lui scende lo Spirito del Signore (1Sam 16,13). Gesù conosce il cuore del Padre e ce ne fa la narrazione (Gv 1,18). Il verbo suscitare è il medesimo che più avanti troviamo per risuscitare (v. 30). La scelta linguistica di un verbo con questa doppia valenza indica come il pensiero di Dio abiti la storia e sia salvezza.
  • Promessa di Dio - salvatore Gesù (v. 23). Questo versetto richiama l'inizio del discorso (vv. 16-17) e le annunciazioni di Gesù nei Vangeli di Matteo e Luca:
    • Discendenza: Gesù appartiene a Israele per discendenza; nella fede possiamo raggiungerlo e toccarlo come Dio della nostra storia.
    • Promessa: nell’annuncio a Maria l’angelo mette in parallelo il trono di Davide e il trono di Dio (Lc 1,32-35), come anche ora Paolo annuncia che Gesù è l’atteso promesso a Davide (Sal 132,11).
    • Salvatore: nell’annuncio a Giuseppe l’angelo ci consegna il significato del nome di Gesù “Dio salva” e lo unisce alla promessa di Is 7,14 “Dio con noi” (Mt 1,21-23). Ora Paolo annuncia che queste promesse fatte a Israele sono proprio ciò che si compie nella persona di Gesù: tutta la storia conduce a lui.
  • Giovanni il precursore (vv. 24-25). Mentre leggo questi versetti, penso che la nostra consapevolezza della figura del Battista non sia la stessa degli ascoltatori di Paolo. Per loro Giovanni fu un profeta e forse molti nemmeno l’hanno conosciuto (siamo in Pisidia, Asia Minore). Come nei Vangeli, Giovanni è l’uomo del passaggio che indica “l’agnello di Dio” (Gv 1,29.36) e lascia il posto a Gesù; così ora in questa predicazione: Giovanni ha preparato l’accoglienza all’inviato di Dio.

Questi versetti sono una meravigliosa sintesi della storia della salvezza da leggere in parallelo con il discorso di Pentecoste in At 2 e il discorso di Stefano in At 7.  


Salmi su Davide e la promessa: Sal 78,70; 89,21; 110,1; 132,11

Il precursore di Gesù: Ml 3,1.23; Mt 11,14; Mc 1,2; 9,11; Lc 1,17.76; 3,4; 7,27; Gv 1,6-8

Sette nazioni: Gen 15,20; Es 3,8.17; 34,11; Dt 7,1-6; Gs 3,10; 9,11; Gdc 3,5; 1Re 9,20; Esd 9,1; Ne 9,8; 2Cr 8,7; At 13,19


Atti 13,16-25 - Ad Antiochia di Pisidia

Nella sinagoga di Antiochia di Pisidia il discorso di Paolo durante il primo viaggio missionario. Paolo espone la storia della salvezza come la promessa compiuta in Gesù. Giovanni Battista è colui che prepara l'accoglienza al Signore.

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