Abacuc 1,1-4 1Oracolo ricevuto in visione dal profeta Abacuc. 2Fino a quando, Signore, implorerò aiuto (Bibbia CEI 2008) Abacuc 1,1-4 Il profeta Abacuc è, con tutta probabilità, contemporaneo di Geremia. La sua attività potrebbe estendersi dal 630 al 580 a.C. La cronologia del libro - secondo gli episodi storici ai quali si fa riferimento - ci riporta al 587 a.C., anno in cui Nabucodònosor II conquistò Gerusalemme dopo undici anni di assedio. Difficile è dimostrare la tesi di alcuni studiosi che pensano a un rimaneggiamento successivo al 333-331 a.C., secondo la teoria che vede nelle tavolette in 2,2 e nell’idolo d’oro e d’argento di 2,19 elementi del tempo di Alessandro Magno. Il linguaggio è vicino alla semantica giuridica. Probabilmente l’autore è legato a quel mondo, magari uno scriba. L’attualità del profeta è nella vita di quegli uomini e donne che oggi sono al servizio dei poveri e degli sfruttati. L’offerta di vita di Oscar Romero, convertito dalla morte di Rutilio Grande, l’esempio di Maurizio Patricello e il silenzioso cambiare il mondo di tanti e tante giovani volontari contro le mafie, la violenza e le dipendenze sono il segno di un’umanità che non si arrende al male, ma alza la voce perché il diritto e il bene non siano mai stravolti, né calpestati. Rimandi interni al testo: Gb 19,7; Sal 18,42; 55,10-12; Is 10,5-34; 59,9-14; Ger 6,7; 10,23-25; 14,2-9; Am 3,9-10; Mi 7,2-3; Oracolo ricevuto da Dio: Es 18,15; 25,22; Nm 24,14-16; 2Re 9,25; Sal 68,12; Is 13,1; Ger 18,18; 42,3; 51,57; Na 1,1; Zc 9,1; Ml 1,1-2.
Oracolo pesante
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e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
3Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
4Non ha più forza la legge
né mai si afferma il diritto.
Il malvagio infatti raggira il giusto
e il diritto ne esce stravolto.
Commento:
Questi versetti somigliano ai lamenti del profeta Geremia e ad alcuni Salmi. Se presi singolarmente, il profeta potrebbe lamentare qualsiasi situazione di ingiustizia, sia causata dall’invasore straniero, sia dai membri del popolo. In entrambi i casi il tema non è una novità. Se consideriamo il v. 10 come un riferimento a Ger 46,2 (il faraone Necao e il re Ioiakìm sconfitti da Nabucodònosor) allora la critica è contro tutti i malvagi. Se consideriamo, invece, la precedenza dei vv. 1-4 a 5-11 allora l’ingiustizia che si commette all’interno del popolo di Dio è la causa della loro sottomissione ai Caldei, quasi come una punizione. È più facile propendere per questa seconda interpretazione, ma optare per essa ci lascia una domanda ancora più insidiosa: perché un popolo pagano come i Babilonesi (o Caldei) dovrebbe essere uno strumento di Dio se il popolo eletto è quello dei figli di Abramo? La risposta nel commento ad Ab 1,5-11.
Perciò il lamento è un insopportabile fardello come il titolo del testo ha preannunciato: «Oracolo ricevuto in visione dal profeta Abacuc» (v. 1). La parola “oracolo” traduce, infatti, ciò che potremmo anche dire con “peso, fardello, gravame che opprime”. Allo stesso modo si sono espressi Is 13,1 e Ger 23,33-40.



















