Matteo 17

L'Elia

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vv. 9-13

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».

10Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
11Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. 12Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».
13Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
© Testo a cura della CEI consultabile su bibbiaedu

Paralleli e rimandi
Dt 18,15 | 1Re 17,24; 18,1 | 2Re 19,2-10 | Sir 48,10 | Ml 3,23-24 | Mt 5,17; 11,14; 14,3-12; 16,14; 27,47-49 | Mc 1,34; 6,15.17-29; 9,11; 15,35-36 | Lc 1,21; 3,19-20; 9,31; 24,27 | Gv 2,13-22; 15,15 | Rm 3,21 | 1Gv 1,1-4

Il ritorno di Elia è un tema attuale al tempo di Gesù, secondo l’allusione in questi versetti e nel parallelo in Mc 9,11. I discepoli chiedono lumi sull'insegnamento degli scribi i quali si rifanno a un detto esplicito del profeta Malachia: «Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio» (Ml 3,23-24).

  • Elia profeta. Apparso quasi dal nulla in 1Re 17,1 è considerato il primo e più grande dei profeti. Il ciclo del profeta Elia percorre i capitoli da 1Re 17 a 2Re 2. Originario di Tisbe, in Transgiordania, appare nel momento della storia di Israele in cui il popolo è fortemente contaminato dal culto ai Baal (1Re 16,29-34). In quanto profeta egli richiama instancabilmente il popolo alla fedeltà all’unico Dio, il Signore. Nel suo nome è nascosta la vocazione: “El” (Dio) + “Yah” (abbreviazione di Yahweh) = Dio è il Signore oppure «Il Signore è Dio» (1Re 18,39).
    Il profeta Malachia preannuncia che il giorno tremendo dell’incontro definitivo con il Dio sarà preparato da Elia, il quale renderà uniti i cuori dei padri e dei figli. Questa profezia in particolare è ripresa da Luca sul Battista. Gabriele dichiara a Zaccaria: «Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1,21). Sia Matteo che Luca, dunque, conoscono gli insegnamenti tradizionali degli scribi e cercano di dire che l’Elia di cui parla la Scrittura è il Battista, mentre il giorno del Signore è il tempo di Gesù, incarnazione visibile della vicinanza di Dio.
  • Il ritorno di Elia. Come spiego nel libro “Pienezza” (su Elia pag. 49 e seg.), gli apocrifi, alcuni autori classici e anche Agostino erano al corrente della tradizione del ritorno di Elia. In particolare un evento che aveva favorito le leggende è la narrazione del carro di fuoco (2Re 2). Elia, rapito e portato direttamente in cielo, lascia dietro sé la credenza che non sia morto, ma vivo nei cieli per poter da lì tornare in terra. Agostino scrive che anche su Mosè qualcuno aveva un’idea simile (Pienezza, pag. 67 e seg.), data l’incompiutezza del finale delle vite di entrambi.
    Prova della diffusione delle credenze su Elia sono le tesi sul mistero di Gesù. Erode sente dire che Gesù possa essere il Battista tornato in vita o Elia finalmente disceso dal cielo (Mc 6,15). Qualcuno tra la gente comune ha l’idea che Gesù sia uno dei profeti risuscitato e tra questi Elia (Mt 16,14). Gesù però, aveva già indicato nel Battista l’Elia atteso (cfr. Mt 11,14). Egli è il profeta, non nel senso di ritorno miracolistico dal passato, ma nel senso morale dell’incarnazione del messaggio.
  • Mosè ed Elia nel contesto della trasfigurazione: La Legge e i Profeti testimoniano per Gesù. Egli compie la Legge e tutta la Scrittura (Mt 5,17). Meravigliosa è la presenza di Mosè ed Elia e significativa è la frase di Pietro sulle tre capanne (o tende). Mosè riceveva la Parola di Dio e tutti dovevano ascoltarlo (Dt 18,15). Elia era il profeta di Dio, la Parola del Signore era «sulla sua bocca» (1Re 17,24; 18,1). Gesù è la Parola di Dio all’uomo e ci chiama «amici» perché tutto ciò che ode dal Padre lo fa udire anche a noi (Gv 15,15). Il Padre dà testimonianza del Figlio e ci invita ad ascoltare le sue parole (v. 5).
    Le tre capanne o tende cui accenna Pietro è Dio stesso, dunque, che le ha già realizzate. La prima fu la tenda del convegno nel deserto. Dio camminava in mezzo al suo popolo. La seconda è stata la vita dei profeti. La terza è Gesù, tempio definitivo della presenza e dell’incontro con Dio (Gv 2,13-22).

Gezabele vuole uccidere Elia (2Re 19,2-10). Erode ha fatto uccidere il Battista (Mt 14,3-12; Mc 6,17-29; Lc 3,19-20). Sono, dunque, vere le parole di Gesù perché dei profeti la gente ne ha fatto ciò che ha voluto. Spesso non sono stati riconosciuti e sono stati rifiutati dal popolo. Mentre Gesù esalta la fedeltà del Battista, profetizza su se stesso e la sua morte. Nel momento della croce, infine, ecco ancora una volta la credenza sul ritorno di Elia: «Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”» (Mt 27,47-49 e // Mc 15,35-36). Gesù è il sì di Dio all’umanità.


Paralleli e approfondimenti

  • Riferimenti dal testo: Sir 48,10; Mc 1,34; Lc 9,31; 24,27; Rm 3,21.

Quando si usa nella preghiera questo testo?

Nella liturgia questo brano evangelico lo troviamo:
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Nel Breviario non troviamo questo testo. 

In altri riti:
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TAg di riflessione e commento
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