Paralleli e rimandi
1Sam 3,19; Tb 14,4; Pr 30,5; Sir 1,5; Mt 15,6; Lc 3,2; 8,21; 11,28; Gv 10,35; At 6,2.7; 13,46; Rm 9,6; 2Cor 2,17; 2Tm 2,9; 1Pt 1,23; 1Gv 2,14; Ap 1,2; Mt 10,27; At 2,32; 3,15; 5,32; 10,18.39; Lc 24,48; Gv 19,35; 21,24; At 1,8; 10,39; 1Cor 11,26; 1Gv 1,2;
Il terzo Vangelo insieme al libro degli Atti copre circa un quarto del Nuovo Testamento. Essi sono il segno dell’impegno dell’autore per ordinare le informazioni trasmesse a nostra edificazione. Nonostante sottili differenze, i due testi sono stati scritti in anni vicini tra loro e ognuno conserva la propria originalità. Il Vangelo è la narrazione con ordine di ciò che «Gesù fece e insegnò dagli inizi» (At 1,1), gli Atti sono la narrazione di come i discepoli furono suoi testimoni «a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8).
I prologhi delle due opere sono in parallelo e uniscono idealmente gli scritti, sebbene restino separati. Alcune parole chiave:
Teofilo. Il destinatario è «l’illustre» (Lc 1,3) il cui nome significa: amico di Dio / amato da Dio / amante di Dio. Poiché non sappiamo nulla di più su lui e i libri non concludono con una seconda dedica, Luca lascia che ogni lettore possa identificarsi in questa storia. È il senso profondo della Parola di Dio in cui non leggiamo parole, ma Dio stesso parla con la sua Parola a chiunque le si accosti. Noi (senso del sito) come le api (Bee) che non possono portare via tutto, ma ciò di cui si macchiano, ci lasciamo toccare dalla Parola (Bla) che sta parlando (Lo).
La Parola di Dio forma la comunità (Ne 8,2-10) e illumina il credente (2Sam 22,29; Sal 119,105). Iniziamo la lettura del Vangelo di Luca chiedendo al Signore le stesse docilità, mansuetudine e sapienza che caratterizzarono il terzo evangelista.
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
Continua...