Paralleli e rimandi:
Dt 1,29-30 | 1Re 8 | 2Cr 7 | Sir 24 | Is 30,15 | Mt 28 | Gv 1,14-18; 1,31; 2,13-22; 4,21-26; 13,15; 21
Il discorso che leggiamo in questo capitolo è l’addio di Gesù ai suoi. Iniziato nel capitolo precedente, dopo l’uscita di Giuda dal consesso dell’ultima cena (13,31).
Il luogo in cui viene pronunciato è dunque la cena e l’occasione è un saluto.
L’esordio “non sia turbato il vostro cuore” è parallelo al v. 27 ed è retoricamente apertura e chiusura di una inclusione. L’inclusione è una figura retorica per cui un termine o un’espressione in capite e in coda a un testo, costituisce una sorta di parentesi: tutto il discorso che sta nel mezzo è significato da quelle parole.
Per noi che leggiamo e sappiamo che si tratta di un testamento, il messaggio primo di Gesù è: non sia turbato il tuo cuore, abbi fede. Ora Gesù non è visivamente tra noi come lo era per i suoi: non sia turbato il nostro cuore, ma abbia fede.
Prima di Gesù, nell’esperienza degli Israeliti, un’altro discorso dai toni simili è di Mosè. In Dt 1,29-30 esorta il popolo a non aver paura di portare a compimento il viaggio. La motivazione è identica a quella che leggiamo qui: il Signore precede i suoi, cammina avanti a loro. Ecco infatti, che Gesù parla della sua morte come di un andar via con l’obiettivo di precedere i suoi discepoli; un giorno lo raggiungeranno. Sembra un commento alle parole di Pietro, che troviamo qualche rigo prima di queste (“dove vado io non puoi seguirmi” 13,36-38), e anche una chiarificazione delle stesse parole. Gesù va via per preparare una dimora, un posto per i suoi.
Due allusioni e citazioni per spiegare questa espressione:
In conclusione: Dimorare sulla terra è la scelta di Dio (nella tenda Sir 24; nel Tempio 1Re 8; 2Cr 7; nel Figlio Gv 1,14;18) e questa continua nei suoi fedeli per mezzo dello Spirito che continuamente dobbiamo chiedere (più avanti v. 16).
Per conoscere la via: rafforzare la vocazione (Gv 1,31), vivere come lui (Gv 13,15), stare nella fedeltà quotidiana mentre lui ripete “seguimi” (Galilea Mt 28 + Gv 21,22).
Paralleli e approfondimenti
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
Continua...