Paralleli e rimandi:
Gen 1,28; 2,7; 31,29; 46,3; 49,25; 50,17 | Es 3,6 | Lv 18,5; 19,18 | Dt 6,5 | 1Re 3,6-9 | 1Cr 28,9 | 2Cr 1,8-10 | Esd 7,25-27 | Gdt 10,8 | Gb 4,19; 12,13 | Sal 25,8; 51,8; 86,16; 116,16; 143,10; 147,5 | Pr 2,6 | Qo 1,1-2; 2,26 | Sir 1,1-10; 42,15; 43,33; 45,26; 47,13 | Is 26,7; 38,12 | Bar 3,29-32.37; 4,4 | Dn 2,20-23; 3,25 | Lc 11,13; 21,15 | Rm 7,14-15; 11,33 | 1Cor 12,8 | 2Cor 4,7; 5,1-4 | Gal 5,17.22 | Ef 3,10 | Gc 1,5 | 2Pt 1,13-14; 3,15 | 1Gv 4,16
L’intero capitolo 9 è una preghiera per ottenere la sapienza dono di Dio. La preghiera si ispira alla vicenda narrata in 1Re 3,6-9 e 2Cr 1,8-10, senza esserne un ricalco. L’autore, pur non essendo Salomone in persona, ha ben recepito la storia del re e ne ripropone lo spirito come modello della vera orazione. Nessun uomo può raggiungere da sé la sapienza divina, essa infatti è «nei cieli santi» (v. 10), ma Dio stesso ne fa dono a quanti la chiedono (v. 17; Lc 11,13). Egli è «Signore della misericordia» (v. 1), guarda verso i suoi figli (vv. 4.7) e ne desidera la salvezza (v. 18).
Il versetto finale sembra più un insegnamento a quanti reciteranno la preghiera, che una nota da consegnare a Dio. È l’uomo che riconosce che il Signore indica il retto sentiero (Sal 25,8) e raddrizza la via deviata (Is 26,7). Senza Lui non c’è salvezza.
Paralleli e approfondimenti
"Noi siamo convinti con la tradizione che l’impossibile sia possibile, che cioè l’essere creato è razionalmente dimostrabile; certamente non il modo specifico della creazione, […] ma la necessità d’essere non per sé o da sé, ma ab alio, da cui segue che l’uomo è qualcosa, ma non tutto. […] La finitezza si lascia comprendere solo in contrasto con l’infinitezza, cioè in rapporto alla pienezza eterna dell’essere. La comprensione dell’essere di un tale spirito finito è in quanto tale già sempre apertura dal finito all’eterno".
[Citazione estesa di
Edith Stein nel testo Essere finito ed essere eterno]
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
Continua...