1Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
2 loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.
3 Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
4 Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
5 Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
6 che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,
7 rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
8 il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
9 il Signore protegge i forestieri,
egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
10 Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Alleluia.
Il Salmo 146 appartiene alla quinta parte di cinque del libro dei Salmi. Si tratta del primo del gruppo di chiusura del Salterio. Il piccolo Hallel, recitato in alcune feste, comprende i Sal 113-118; il grande Hallel, il Sal 136, si aggiungeva a Pasqua; il gruppo Sal 146-150 costituisce un terzo Hallel recitato sovente al mattino.
L’alleluia in apertura e chiusura racchiude tutto in un contesto di gioia. La lode e l’elenco di opere della bontà di Dio fanno da collegamento tematico con il Sal 145.
Il v. 2 è identico a Sal 104,33. Centro dell’uomo è l’anima che loda; essa è la vita. Le espressioni «finché ho vita / finché esisto» chiudono le finali del v. 2 facendo intendere che non vi è un tempo vissuto bene se non quello nella lode di Dio. Si aggancia ai versetti iniziali l’espressione del v. 10 «di generazione in generazione», formula ricorrente per esprimere l’eternità. Il tempo della vita è breve, il tempo di Dio è senza fine: nel tempo di Dio il tempo dell’uomo raggiunge la vera pienezza.
Paralleli e approfondimenti
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
Continua...