Romani 5,1-11 - Giustificati per fede
Siamo in pace con Dio perché è riversata in noi la grazia della vita divina per l’amore gratuito del Padre verso i figli. Il suo amore fonda la speranza e annuncia la riconciliazione
Continua...4Mi fu rivolta questa parola del Signore:
5«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
6Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
7Ma il Signore mi disse: «Non dire: «Sono giovane».
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
8Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
9Il Signore stese la mano
e mi toccò la bocca,
e il Signore mi disse:
«Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.
10Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare».
11Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa vedi, Geremia?». Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». 12Il Signore soggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla».
13Mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo una pentola bollente, la cui bocca è inclinata da settentrione». 14Il Signore mi disse:
«Dal settentrione dilagherà la sventura
su tutti gli abitanti della terra.
15Poiché, ecco, io sto per chiamare
tutti i regni del settentrione.
Oracolo del Signore.
Essi verranno
e ognuno porrà il proprio trono
alle porte di Gerusalemme,
contro le sue mura, tutt'intorno,
e contro tutte le città di Giuda.
16Allora pronuncerò i miei giudizi contro di loro,
per tutta la loro malvagità,
poiché hanno abbandonato me
e hanno sacrificato ad altri dèi
e adorato idoli fatti con le proprie mani.
17Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
18Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
19Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».
Oracolo del Signore.
Vocazione di Geremia, giudizio contro l’idolatria e forza di sovvertire la storia empia si intrecciano nei primi versetti del libro. Riconosciamo come ci siano almeno tre parole da Dio verso il profeta: Dio conosce da sempre questo suo figlio, come una mamma; vigila sull’uomo e sulla sua parola; infine è approssimarsi alla morte restare lontano da lui.
Tra i vv. 5 e 19 che ripetono la rassicurazione divina è racchiusa la vocazione del profeta: egli è l’uomo di Dio perché Dio stesso vive accanto a lui e non perché abbia qualità che lo rendano superiore agli altri. Dio, infatti, vuole la salvezza di tutti e non fa preferenza di persone, ma entra tutto intero nella vita e nel cuore di chi lo accoglie (At 10,34; Rm 2,11).
Il v. 10 dice che l’autorità del profeta è costituita superiore a ogni potere umano. Le tre coppie di verbi sradicare-demolire, distruggere-abbattere ed edificare-piantare anticipano che l’azione del profeta toccherà le fondamenta su cui gli uomini hanno costruito la propria superbia e sarà un rinnovamento profondo come nel ricostruire dopo aver demolito, come nel piantare dove ciò che vi era prima è stato estirpato.
Davanti alla chiamata di Geremia - e in generale nella Scrittura - comprendiamo che la vocazione non è un qualcosa di già pronto che discende dall’alto sulla vita del “chiamato”. Essa è un dinamismo che può crescere o morire, a seconda della risposta all’invito divino. Vocazione è relazione, è storia comune ed è meta del cammino e sua motivazione allo stesso tempo. Dio vigila. L’uomo accoglie. Insieme è comunione che dà vita (Gv 10,10; At 11,18).
Paralleli e approfondimenti
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