14 Perciò, miei cari, state lontani dall'idolatria. 15 Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: 16 il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 17 Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane. 18 Guardate l'Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?19 Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? 20 No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; 21 non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. 22 O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?
Paralleli e rimandi:
Es 20,5 | Lv 3 | Dt 4,24; 32,16-19 | Os 2,21 | Mt 26,26-29 | Mc 14,22,25 | Lc 22,14-20 | Gv 6,53 | Rm 7,5 | 1Cor 11,23-26; 12,12 | 2Cor 6,14-16 | Ap 2,14.20
I capitoli 8-10 di questa lettera riflettono sulla questione degli idolotiti, cioè le carni degli animali offerte agli idoli nei templi greco-romani. Solitamente, gli avanzi delle carni offerte nei templi, erano rivenduti al mercato (10,25) e consumati. Per Paolo la carne in sé è inoffensiva, ma per i più deboli nella fede c’è il rischio di scandalo per quello che significa la comunione con gli idoli cui erano state offerte. Perciò esorta ad astenersi dal mangiare le carni degli idolotiti, affinché non vi sia comunione mortifera con i demòni. La retorica di Paolo coinvolge il lettore/uditore come giudice della questione, facendo leva sull’intelligenza (v. 15) dei Corinzi, quasi per opporla alla banalità della superstizione di cui erano caduti vittime. Alcuni punti di riflessione:
La gelosia divina è la nostra salvezza. È l’ardore con cui Dio desidera che nessuno dei suoi figli sia perduto, ma tutti siano eternamente in comunione con Lui. Cristo crocifisso è il segno di questa gelosia che raggiunge le estreme debolezze umane per attirare ognuno verso la comunione e la misericordia del Padre.
Paralleli e approfondimenti
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
Continua...