Matteo 11,28-30 - Mite e umile di cuore

Matteo 11,28-30 - Mite e umile di cuore

Matteo 11,28-30
Mite e umile di cuore


28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Matteo 11,28-30


I versetti che leggiamo sono legati ai precedenti: le cose nascoste ai sapienti, ma rivelate ai piccoli sono i misteri del regno. Per aver pace e ristoro bisogna unirsi a Gesù e condividerne il giogo d’amore. Gesù indica tre aspetti di sé: ristoro, cuore e giogo. Meditiamo su queste parole chiave:

  • Ristoro. Offrendosi come il riposo dell’anima, richiama l’invito che la Sapienza rivolge agli affaticati (Sir 24,19), il giogo dell’istruzione e della misericordia preparato per chi ne ha bisogno (Sir 51,23-30) e la rinnovazione dell’alleanza dopo il peccato che schiaccia l’anima (Is 55,1-5). Gesù è la riconciliazione con il Padre, unico riposo dell’anima fedele. Il tono è sapienziale e lo comprendiamo alla luce della rivelazione che Gesù ha fatto di sé: è la sapienza da riconoscere (Mt 11,19). Il ristoro che offre è la pace dall’affanno, dalle fatiche e dai pesi della legge senza amore. Vuol dire che Gesù risolva i problemi ed esaudisca i desideri? No. Significa che insegna ad amare e a riconoscere l’amore altrui, perché non abbiamo vero riposo dell’anima, se non troviamo un amore che faccia sentire il cuore accolto come a casa. Non dà risposte chi toglie le domande, ma chi indica alla vita la via da seguire nella verità (Gv 14).
  • Cuore. Meraviglioso che Gesù indichi una parte di sé: il cuore, organo vitale e centrale per antonomasia. Il cuore di Gesù è anzitutto il cuore di Dio, ovvero la presenza amorevole del Signore che continuamente guarda l’uomo: si addolora per il male (Gen 6,6), agisce per amore (2Sam 7,21//1Cr 17,19), è nel Tempio, luogo di incontro con la misericordia (1Re 9,3//2Cr 7,16), prova gioia per il bene dei figli (Ger 32,41) e si commuove pensandoli (Os 11,8). Il cuore di Gesù è anche cuore di un uomo: egli è mite e umile (v. 29) come i poveri di YHWH (Dn 3,87; Sof 2,3) e i puri di cuore (Mt 5,8), gli unici abili a vedere Dio perché intimamente simili a Lui.  
  • Giogo. Il giogo è quello di una legge che non solleva verso il Cielo, ma schiaccia. Non è malata la Legge; Gesù non la rinnega, ma la compie (Mt 5,17). Ciò che pesa sono i fardelli difficili e pesanti che i sapienti e dotti (v. 25) hanno caricato sulle spalle della gente, ma che essi non muovono neppure con un dito (Mt 23,4). Sono i fardelli di coloro che usano la legge per il proprio vantaggio (Mc 7,11) piuttosto che liberarne la carica d’amore divino e fraterno. Il giogo è lo strumento di legno che univa i buoi per il collo, costringendoli allo stesso passo. Il giogo di Gesù non è il peso dei falsi profeti (Ger 23,30-40) o dei dominatori del mondo (Is 10,27), ma la libertà dell’amore (Gc 2,12). È dolce perché si condivide il passo degli amanti: l’amore del Padre e del Figlio è l’amore tra Dio e noi. Quando l’amore è come Dio, diventa carità che non toglie spazio o vita, ma si realizza nella comunione.

Che cosa fa riposare davvero il nostro cuore se non qualcuno che ci faccia sentire amati teneramente? Il giogo dell’amore non opprime, ma ristora, come accadde per i due di Emmaus, amareggiati e delusi, che sentirono ardere di nuovo il cuore alla presenza del Risorto (Lc 24,32). Può accadere anche per noi se facciamo sì che il nostro cuore palpiti come quello di Cristo (Gv 13,34). 

Matteo 11,28-30 - Mite e umile di cuore

Il cuore di Gesù è il cuore di Dio che soffre per il male, guarda i figli e gioisce per il loro bene. È anche il cuore di un uomo, quello dei poveri di YHWH, dei miti e degli umili ai quali è destinata la visione e l'eredità del Regno di Dio.

Continua...
Ricerca nel Blog