Giovanni 7,37-39 Acqua viva

Giovanni 7,37-39 Acqua viva

Giovanni 7,37-39
Acqua viva


37 Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38 chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". 39 Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Giovanni 7,37-39


I capitoli 7-8 indagano l’identità di Gesù. L’ambientazione di questo testo è Gerusalemme, durante la festa delle Capanne (o Tabernacoli). Essa ricorda la permanenza degli Ebrei in Egitto e la cura che di loro ebbe il Signore. È prescritta in Levitico 23 e durante le preghiere si leggevano in particolare i testi sacri di Ezechiele 47 (l’acqua che sgorga dal Tempio, risana e fa vivere) e Zaccaria 12-14 (in Gerusalemme sgorga la fonte che purifica dal peccato).

Con questa premessa, possiamo comprendere i semplici punti che seguono.

  • Sete e capacità di dissetare. v. 37: Gesù grida, durante un giorno solenne, invitando a dissetarsi presso la fonte che è lui. Gli Ebrei pregano con i profeti Ezechiele e Zaccaria e attendono l’acqua di Dio che appaghi le ansie dei cuori. Appagamento è un figlio atteso, un pezzo di pane, la fine di una malattia, il trionfo della fraternità sull’indifferenza. Ognuno attende l’acqua che disseti in eterno, per essere salvato dall’arsura che attanaglia. Gesù grida come la Sapienza (Pr 1,20; 8,1-3; 9,3-6) e invita come Isaia a bere l’acqua che finalmente estingue le aridità esistenziali (Is 12,3; 55,1-3).
  • Grembo/seno e acqua viva. v. 38: l’acqua del Tempio (Ezechiele) sgorga da Gesù: dal suo grembo (seno) viene la nuova acqua che da vita. Egli è la fonte viva (Gv 4,14), non una cisterna screpolata (Ger 2), e fa conoscere il Padre, l’unico che appaga l’anima assetata (Sal 42,2). Per scoprire quanto ciò sia vero, bisogna avvicinarsi al Figlio (venga a me) e da lui farsi raccontare il Padre (Gv 1,18).
  • Spirito e glorificazione. v. 39: lo Spirito è annunciato da sempre, ma non ancora effuso. Lo ha visto il Battista (1,32), lo attende Nicodemo (cap. 3), lo chiede la Samaritana (cap. 4) e Gesù lo assicura ai discepoli (14,16; 19,30). L’acqua-Spirito inizierà a effondersi il giorno della crocifissione (glorificazione) di Gesù. Sgorgano acqua e sangue dal fianco trafitto (Gv 19,34) di colui che offre la vita per “riunire i figli di Dio dispersi” (Gv 11,52). Gesù è il nuovo grembo che rigenera i credenti.

Perché Dio può appagare la mia sete? Un adagio medievale recita: Capacem Dei, quidquid Deo minus est, non implebit, ovvero “Colui che è capace di contenere Dio, non può essere appagato da nulla che sia meno di Dio”. Gesù offre se stesso perché solo chi ha plasmato il cuore sa di cosa abbia veramente bisogno. Dio che vede nel segreto (Mt 6) è il padre che corre incontro ad ogni figlio smarrito (Lc 15,20) per ristabilirlo con sé e dissetarne la ricerca di vita e di senso. A Ungaretti la conclusione: Il Tuo cuore è la sede appassionata / Dell’amore non vano. / Cristo, pensoso palpito, / Astro incarnato nell'umane tenebre, / Fratello che t’immoli / Perennemente per riedificare / Umanamente l’uomo, / Santo, Santo che soffri, / Maestro e fratello e Dio che ci sai deboli, / Santo, Santo che soffri / Per liberare dalla morte i morti / E sorreggere noi infelici vivi, / D’un pianto solo mio non piango più, / Ecco, Ti chiamo, Santo, / Santo, Santo che soffri. (Mio fiume anche tu, 1944)


Riferimenti

Cristo è il pane della vita (Giovanni 6) e la fonte d’acqua viva (Giovanni 4; 1Corinzi 10,3) prefigurato simbolicamente nel deserto: pane (Esodo 16 e Numeri 11) e acqua (Esodo 17 e Numeri 20).


Giovanni 7,37-39 Acqua viva

Ultimo giorno della festa delle Capanne, Gesù grida: "Chi ha sete venga a me e beva!" Lui è l'acqua viva che disseta in eterno. I padri nel deserto furono sostenuti da un'acqua che prefigurava Cristo, ora lui è tutta la pienezza di vita.

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