Giovanni 14,1-4 Mostraci il Padre

Giovanni 14,1-4 Mostraci il Padre

Giovanni 14,1-4
Mostraci il Padre



1 Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: "Vado a prepararvi un posto"? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via".
(Teso CEI 2008)


Commento:

Il discorso che leggiamo in questo capitolo è l’addio di Gesù ai suoi. Iniziato nel capitolo precedente, dopo l’uscita di Giuda dal consesso dell’ultima cena (13,31).

Il luogo in cui viene pronunciato è dunque la cena e l’occasione è un saluto.

L’esordio “non sia turbato il vostro cuore” è parallelo al v. 27 ed è retoricamente apertura e chiusura di una inclusione. L’inclusione è una figura retorica per cui un termine o un’espressione in capite e in coda a un testo, costituisce una sorta di parentesi: tutto il discorso che sta nel mezzo è significato da quelle parole.

Per noi che leggiamo e sappiamo che si tratta di un testamento, il messaggio primo di Gesù è: non sia turbato il tuo cuore, abbi fede. Ora Gesù non è visivamente tra noi come lo era per i suoi: non sia turbato il nostro cuore, ma abbia fede.

Prima di Gesù, nell’esperienza degli Israeliti, un’altro discorso dai toni simili è di Mosè. In Dt 1,29-30 esorta il popolo a non aver paura di portare a compimento il viaggio. La motivazione è identica a quella che leggiamo qui: il Signore precede i suoi, cammina avanti a loro. Ecco infatti, che Gesù parla della sua morte come di un andar via con l’obiettivo di precedere i suoi discepoli; un giorno lo raggiungeranno. Sembra un commento alle parole di Pietro, che troviamo qualche rigo prima di queste (“dove vado io non puoi seguirmi” 13,36-38), e anche una chiarificazione delle stesse parole. Gesù va via per preparare una dimora, un posto per i suoi.

Due allusioni e citazioni per spiegare questa espressione:

  • Un primo richiamo è alla semantica del Tempio: il Tempio è la dimora di Dio e al suo interno ci sono diverse dimore. Ora Gesù è il vero Tempio (lo ha dichiarato Gv 2,16 e Gv 2,21) ed è colui che svela che il cuore dell’uomo è il nuovo Tempio in cui adorare il Padre in Spirito e verità (con la Samaritana Gv 4,24). Santa Chiara nella IV lettera ad Agnese scrive “ammira e contempla, il Signore che i Cieli dei cieli non possono contenere, entra nel cuore dell’uomo fedele”.
  • Un secondo richiamo è molto personale. Ricordo quando all’ingresso in seminario maggiore (I’m made in Molfetta!) ci fu proposta la meditazione della sequela dei primi discepoli. In Gv 1,38 questi chiedono al Maestro “dove dimori?” E lui risponde “venite e vedrete”. Il posto e la dimora sono il luogo in cui incontrare Dio oggi: la propria vocazione, la Parola di Dio, i Sacramenti, i segni dei tempi, i poveri (Mt 25).

In conclusione: Dimorare sulla terra è la scelta di Dio (nella tenda Sir 24; nel Tempio 1Re 8; 2Cr 7; nel Figlio Gv 1,14;18) e questa continua nei suoi fedeli per mezzo dello Spirito che continuamente dobbiamo chiedere (più avanti v. 16).

Per conoscere la via: rafforzare la vocazione (Gv 1,31), vivere come lui (Gv 13,15), stare nella fedeltà quotidiana mentre lui ripete “seguimi” (Galilea Mt 28 + Gv 21,22).


Paralleli e rimandi


Non avere turbamenti, salvezza nella calma (Deuteronomio 1,19-33; Isaia 30,15)

Dove dimori? (Giovanni 1,38)

Dimora di Dio nella tenda (Siracide 24), nel Tempio (1Re 8; 2Cronache 7)

Incontrare il risorto nel quotidiano (Giovanni 21)

La nuova dimora degli uomini in Dio (Apocalisse 21), di Dio nell’uomo (Giovanni 4)


Giovanni 14,1-4 Mostraci il Padre

Non sia turbato il vostro cuore. Gesù sta per lasciare i suoi e annuncia che va via per preparare un posto dove lo raggiungeranno. Nel quotidiano scoprire Lui che abita tra noi e noi in Lui

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