Genesi 1,1-2 - In principio Dio

Genesi 1,1-2 - In principio Dio

Genesi 1,1-2
In principio Dio


1In principio Dio creò il cielo e la terra. 2La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Genesi 1,1-2


L’apertura del Libro dei libri ci porta alla fonte prima di tutto l’esistente. Le parole con cui si apre la Bibbia sono il titolo di quello che seguirà. È rilevante che Giovanni le riprenda in apertura del Vangelo (Gv 1,1) richiamando la verità per cui attraverso Cristo è la nostra creazione e nuova-creazione. C’è un principio cui siamo rimandati e c’è un dal-principio-in-poi cui apparteniamo e nel quale continua l’opera creatrice di Dio nel quale «viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28). Punti di riflessione:

  • In principio Dio. Iniziare una frase con questa coppia particella-sostantivo descrive un cominciamento. Dovrebbe seguire una specificazione: in principio… del mondo, del tempo, delle azioni divine, della gestazione del creato, dell’atto del creare. Così nell’AT questa formula ritorna in Ger 26,1; 27,1; 28,1 e 49,34 per descrivere l’inizio di alcuni regni (c’è dunque la specificazione). Non così in Gen 1,1; Sal 102,26 e Gv 1,1. In queste occorrenze l’«In principio» è da intendere, ma non specificato. Sappiamo che si riferisce alla creazione, ma non è esplicitato. C’è dunque un principio che l’uomo intende, ma che non può raggiungere, poiché appartiene al mistero di Dio. Dio è principio e ogni cosa creata da Dio trae origine e vita. Egli è il luogo e il tempo in cui iniziano la spazialità e la temporalità di cui noi facciamo ora esperienza. L’opera di Dio non ha specificazioni ulteriori perché è da accogliersi come dono: fin dal principio Dio creò una cosa buona, molto buona.
  • Creò il cielo e la terra. Dio è il principio. Dio è ciò che fa iniziare ogni principio per questo il testo continua con la Sua prima azione, senza poter indagare oltre all’indietro: «creò». C’è un pensiero che preceda il creare? Certamente, ma non è possibile indagarlo perché appartiene a Dio soltanto. La creazione in questi versetti è stata intesa dalla tradizione ebraica e cristiana come dal nulla (ex nihilo). Il v. 2 allude a un caos e disordine primordiali e il testo è così oscuro da far intendere che all’autore mancano le parole per descrivere ciò che non è descrivibile, poiché del nulla tenta di parlare. Si provi a immaginare la situazione: «l’oscurità ricopriva la superficie dell’abisso». Abisso è un vacuo vuoto dal fondo irraggiungibile, dunque quale sarebbe la superficie? Il fondo dell’abisso o l’orizzonte del gorgo dal quale inizia l’abisso? Trovata tale superficie, cos’è l’oscurità che copre? Una massa, il buio vuoto o il nulla? Se massa, come copre un abisso? Se vuoto o nulla come sta su una superficie? Ecco che l’autore ci comunica che nell’oscuro e nel nulla solo Dio può un’azione e questa è creatrice e creativa.

Nominare due estremi (cielo e terra) significa nominare tutta la realtà creata in cui anche l’uomo è parte. Perché Dio fa questo? Non si intravede ancora né ragione, né sentimento, solo una volontà divina sicura del da farsi. Dal vuoto e dal nulla, nulla si trae, ma non per Dio cui nulla è impossibile (Lc 1,37). È per questo che leggiamo Gen 1 ogni anno nella Veglia della notte di Pasqua. All’abisso della morte deve rispondere il Dio creatore della vita. La morte ci ha spaventati volendo imporsi come ultima parola. Allora ecco il Signore che ci parla e dice: In principio, ma anche ora, nella morte e nella Pasqua: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5).


In principio: Sap 7,18; 14,13; Sir 15,14; 24,9; Ab 1,12; Mt 19,4; Eb 1,10; 2Pt 3,4; 1Gv 1,1; Ap 1,8.17; 2,8; 3,14; 21,6; 22,13. 

Cristo nuovo principio: Col 1,18.

Genesi 1,1-2 - In principio Dio

L'apertura della Scrittura ne è anche il titolo. Fin dal principio Dio crea e mantiene nella creazione quello che ha fatto. Egli stesso è il principio e il fine dell'esistenza...

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