Atti 1,3-5 Prologo degli Atti
3 Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, "quella - disse - che voi avete udito da me: 5Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo".
(Bibbia CEI 2008)
Commento:
Atti 1,3-5
Siamo nell’introduzione degli Atti. Questi versetti e 1,1-2, costituiscono la cerniera con il Vangelo di Luca. Protagonista è Gesù che si mostra vivo ai discepoli per quaranta giorni, istruendoli “sulle cose riguardanti il regno di Dio” (v. 3), ordinando di restare a Gerusalemme finché non si fosse compiuta la promessa del Padre (v. 4), ovvero il dono dello Spirito Santo (v. 5). Alcuni punti chiave:
- Quaranta giorni di istruzione. Il numero quaranta è simbolico (diluvio universale Gen 8,6; Mosè sul Sinai Es 24,18; digiuno di Mosè Es 34,28; Elia sul monte di Dio 1Re 19,8; Gesù nel deserto Lc 4 e Mt 4) e rappresenta un periodo particolarmente significativo (At 13,31). I discepoli hanno dunque ricevuto un’istruzione fondamentale per la fede e la futura missione. Conoscere le cose di Dio però non è tutto ciò che conta, come se l’intelligenza sia tutto, infatti hanno bisogno di un sigillo, lo Spirito stesso di Dio Padre che scenderà a confermare i loro cammini.
- L’istruzione è sul regno di Dio. Tutta la vita di Gesù è stata un’istruzione sul regno di Dio, potremmo citare tutto il Vangelo. Tre semplici rimandi per farne memoria:
- Gesù predica il regno di Dio. Marco apre il Vangelo con l’annuncio: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (1,15).
- Gesù racconta il regno di Dio. Nel Vangelo molte sono le parabole sul regno. Spesso introdotte con l’espressione “il regno dei cieli è come / simile a”. Si tratta di racconti brevi ed efficaci per dirne la realtà preziosa, nascosta e benedicente.
- Gesù ha l’autorità del regno. Egli afferma: “Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio” (Lc 11,20). Quando invia in missione comanda di: “annunciare il regno di Dio e guarire gli infermi” (Lc 9,2).
- Promessa del Padre. Gesù ha promesso lo Spirito Santo. Perché qui dice che è promesso dal Padre? È un’ulteriore affermazione sull’unità della Trinità? Possiamo intendere che tutta la Scrittura è la promessa di comunione del Padre ai figli. Nell’AT i profeti assicurano il dono della presenza di Dio nello Spirito (Is 44,3; Ez 11,19; 36,26+; Gl 3,1+; Zc 12,10) e Gesù fa altrettanto (Gv 14,15+; 15,26). La promessa del Padre è il sigillo su ogni figlio, la conferma della sua presenza personale per donargli la sua stessa vita. Gesù è la promessa del Padre e ora che lui ascende, non lascia orfani (Gv 14,18), ma prega perché ricevano la sovrabbondanza di Dio stesso. L’amore è riversato ancora sugli amati.
- Battesimo e Spirito. Leggeremo più avanti che la prassi battesimale è molteplice; l’imposizione delle mani è la preghiera di effusione dello Spirito (1Tm 4,14).
Cosa insegna il testo? Qualunque tempo della vita si stia vivendo, è importante saper stare nella propria Gerusalemme, cioè nel centro in cui si è scoperto il Signore vivo nella propria vita. La memoria come attività del cuore è esercizio di salvezza se unita costantemente a Parola e preghiera. Lasciarsi istruire per un tempo significativo è preparare il cuore allo Spirito che consola, conforta e guida (Lc 3,16; At 11,16)
Paralleli e altri riferimenti:
Numero quaranta (Genesi 8,6; Esodo 24,18; 34,28; 1Re 19,8; Matteo 4; Luca 4)
Promessa dello Spirito (AT: Isaia 44,3; Ezechiele 11,19; 36,26; Gioele 3,1; Zaccaria 12,10; NT: Luca 3,16; Giovanni 14,15; 15,26; Atti 11,16)