2Re 4,8-17 - Eliseo dalla Sunammita

2Re 4,8-17 - Eliseo dalla Sunammita

Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c'era un'illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. 9Ella disse al marito: "Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. 10 Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare". 11 Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. 12 Egli disse a Giezi, suo servo: "Chiama questa Sunammita". La chiamò e lei si presentò a lui. 13Eliseo disse al suo servo: "Dille tu: "Ecco, hai avuto per noi tutta questa premura; che cosa possiamo fare per te? C'è forse bisogno di parlare in tuo favore al re o al comandante dell'esercito?"". Ella rispose: "Io vivo tranquilla con il mio popolo". 14Eliseo replicò: "Che cosa si può fare per lei?". Giezi disse: "Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio". 15 Eliseo disse: "Chiamala!". La chiamò; ella si fermò sulla porta. 16 Allora disse: "L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia". Ella rispose: "No, mio signore, uomo di Dio, non mentire con la tua serva". 17 Ora la donna concepì e partorì un figlio, nel tempo stabilito, in quel periodo dell'anno, come le aveva detto Eliseo.
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

2Re 4,8-17


Continua la lettura di alcuni miracoli del profeta Eliseo protagonista di questa sezione di 2Re. Considerando 1-2Re come un’unica opera, ci troviamo nella seconda parte di tre: 1Re12 - 2Re17 che racconta episodi accaduti tra il 931-722 a.C.

Questa prima parte del racconto ci introduce nella casa di una donna benestante, sposata, senza figli. Costei riconosce in Eliseo un uomo di Dio e un santo (v. 9) e propone al marito di attrezzare un’accoglienza migliore per il profeta, che intuiamo essere solito passare dalla zona. Costruiscono per lui una stanza al piano superiore della casa, dove può riposare e ristorarsi insieme al servitore Giezi.

Alcune note di riflessione su questi versetti.

  • Rapporti sociali. Intuiamo che Eliseo è un uomo libero a differenza del perseguitato maestro Elia. Proponendo alla donna di raccomandare lei e il marito al re o al comandante dell'esercito, capiamo che è un uomo stimato e ascoltato anche dalle autorità: “Nei suoi giorni [Eliseo] non tremò davanti a nessun principe e nessuno riuscì a dominarlo” (Sir 48,12). Anche la donna sembra essere ben inserita nel suo contesto sociale, tanto che dice di avere tranquillità e protezione dal popolo (v. 13). Nella prima parte del racconto Eliseo parla con lei tramite il servo-portavoce Giezi. Quando deve annunciare la nascita del figlio, Eliseo si rivolge direttamente alla donna, segno che la parola del profeta interpella direttamente la vita di chi incontra.
  • Ospitalità. Presso i popoli semiti l'ospitalità è sacra. Abramo accoglie i tre uomini senza sapere che sono da Dio (Gen 18) e nella legge di Mosé si invita all’ospitalità (Es 22,20; 23,9). Levitico 19,33 dice che l'israelita amerà il forestiero come se stesso (// Dt 10,18-19). Leggere in parallelo questa ospitalità con quella di Abramo ci arricchisce. In entrambi gli episodi vediamo come il bene offerto si trasformi in benedizione ricevuta. Entrambe le donne desiderano un figlio e, pur senza esprimerlo apertamente agli uomini di Dio, sono esaudite. Il Signore scruta i cuori e conosce l’intimo più di quanto parli la bocca. Il profeta è segno dell'attenzione di Dio agli ultimi e anche se la donna è benestante, la sua vita è fondamentalmente povera, finché non si arricchisce di un’altra vita che ne allarghi l'esistenza.
  • Annuncio di nascita. L’annuncio della nascita è iniziativa del profeta (v. 16) e la sua parola si realizza secondo il tempo indicato (Is 55,11). La gravidanza, legata a una forma di riconoscenza, oltre che motivo di gioia, è un simbolo. Seppur pallidamente, indica la ricompensa eterna promessa da Gesù: “Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta” (Mt 10,41). La ricompensa è la vita che si allarga perché il profeta è il segno di Dio che dona vita.

Oggi questa parola si realizza per me quando nel volto dell’altro vedo un uomo/donna di Dio, un amato da Lui ed erede della stessa vita benedetta che il Signore ha pensato per me. L’amore reciproco e l’accoglienza sono risposta all’amore di Dio che ci precede. Essere benedizione l’uno per l’altro significa essere profeti come Eliseo.


Sacralità dell’ospitalità: Gen 18; Es 2,20-22; Dt 23,17; Gs 2,6.12; Gdc 4,18; 13,15//Gc 2,25; 1Re 17,7-24; Mt 25,35; Lc 10,38; 14,13; 19,6; At 10,48; 16,15; Rm 12,13; 16,23; Fil 2,29; Col 4,10; 1Tm 5,10; Fm 17-18; Eb 13,2; 1Pt 4,9.

2Re 4,8-17 - Eliseo dalla Sunammita

Eliseo e il servo Giezi trovano ospitalità presso una donna benestante di Sunam e il marito. La coppia non ha figli e il profeta assicura che diventeranno genitori entro dopo un anno.

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