11Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. 12Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
13Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, 14ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
15che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
16il solo che possiede l'immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
Paralleli e rimandi:
Gv 1,1-18 | At 9,4; 11,26 | Rm 6,5 | 1Cor 12,27 | 2Cor 13,5 | Gal 2,20 | Fil 2,5 | 2Tm 1,10
Il tono esortativo e la dossologia (cioè la proclamazione della gloria di Dio) ci avvicinano alla fine della lettera. Siamo quasi a conclusione. Dopo aver biasimato e messo in guardia dai falsi dottori della fede (vv. 3-10), Paolo esorta Timòteo perché sia testimone della vita nuova ricevuta in Cristo. La sua fede è sostenuta dalla grazia del battesimo e illuminata dalla testimonianza di Gesù (v. 13), che è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9).
Nel battesimo abbiamo ricevuto anzitutto la vocazione alla vita di Cristo e alla comunione con lui. Nessuno ha mai visto Dio, ma il Signore stesso si è fatto conoscere carnalmente, visibilmente in Gesù (Gv 1,14-18). Vocazione del discepolo è vivere la comunione con Gesù e darne al mondo la testimonianza perché tutti possano desiderare di conoscerlo. La buona battaglia della fede è dunque l’agone dell’atleta che nella manifestazione delle prestazioni atletiche risveglia nello spettatore il desiderio di imitarlo e la bellezza della vittoria.
Paralleli e approfondimenti
Il discorso della montagna si apre con le "beatitudini" quasi autoritratto di Gesù e invito al discepolo che vuole seguirlo più da vicino a sperimentare la consolante certezza che il Regno dei cieli è già qui
Continua...La parola aramaica utilizzata per dire agnello talya’ ha anche il significato di servo/ragazzo (reminiscenza del sacrificio di Isacco, Gen 22,2-9). È allusione all’agnello pasquale poiché Cristo è salva dalla morte eterna per condurre alla vita di Dio.
Continua...Dio è benedizione e pace. Egli comunica se stesso e può essere portato ai fratelli quando l'uomo custodisce e dona vita e pace.
Continua...