Il Signore è mite e paziente. L'immagine è frequente nella Scrittura, specialmente quando è paragonato a un padre, una madre, un pastore, un agricoltore o descritto nelle caratteristiche di lento all'ira e i grande amore.

Ciò che accomuna le due brevi parabole, ci spiega il significato delle parole e le intenzioni del Signore: la piccolezza nascosta che diventa grandezza manifesta è immagine della Parola che accolta e meditata nel cuore, può cambiare la vita.

È una composizione sicuramente tardiva poiché richiama diversi passi della Scrittura, specialmente altri Salmi. Esso dimostra che c’è una fede viva nel popolo orante, nutrita dalla singolare fiducia in Dio soltanto.

L'orante benedice il Signore e ricorda la promessa di alleanza giurata a Davide e alla sua discendenza. Si interroga perché il re sia caduto e sia diventato vergogna per il popolo. Ma Dio è fedele e mostrerà ancora la sua misericordia.

Per Elisabetta si compiono i giorni del parto e nasce il bambino tra la gioia e lo stupore della gente di Giudea. Giovanni è il suo nome, non un nome dalla carne, ma dalla promessa di bene di Dio.