Marco 16,1-8 - È risorto!

Marco 16,1-8 - È risorto!

Marco 16,1-8
È risorto!


1 Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
(Bibbia CEI 2008)

Commento:

Marco 16,1-8


I vv. 1-8 sono la prima conclusione del Vangelo. Il v. 8 si interrompe bruscamente, come se non abbia un seguito, ma nel testo successivo leggiamo dell’incontro dei discepoli con il Risorto. Alcuni punti di riflessione:

  • Passato il sabato. La nota cronologica ci dice che è passato il giorno del riposo legale, ma questa diventa anche teologica: il sabato è passato. Nel testo originale si dice «il giorno uno dopo il sabato», armonizzato nell'italiano corrente: «primo giorno». Cogliendo, oltre il senso letterale del testo, anche quello spirituale, qui si annuncia una novità: a terminare e cominciare è un’epoca intera e non solo un giorno della settimana. Si passa dal tempo delle attese al compimento. È una nuova creazione, fatta in Cristo, primogenito dei risorti. Se nel settimo giorno Dio riposò, nell’ottavo (che è il «giorno uno» della storia rinnovata) inizia il tempo che non avrà fine: egli è la vita nuova ed eterna.
  • Alzando lo sguardo… osservarono… videro… vedrete: vedere per riconoscere è fondamentale. Prima le donne guardavano attraverso le lenti della propria paura, delle difficoltà (la pietra) e dell’ineluttabilità della morte. Ora devono alzare lo sguardo per vedere davvero e dovranno invitare i discepoli a fare altrettanto. Chi guarda solo attraverso i propri pensieri, non vedrà che conferme di quello che già teme e dal quale si sente opprimere. Opera di Dio è, invece, dare uno sguardo nuovo affinché sia Pasqua di passaggio dalla morte alla vita, dall’oscurità alla luce.
  • Non abbiate paura! Il primo sentimento nello smarrimento è la paura. Il giovane invita a non averne, ma nonostante l’annuncio della risurrezione, per altre tre volte si ripete il timore delle donne. L’invito del messo celeste è tipico dell’AT e ricorda le parole di Gesù ai discepoli intimoriti nella notte di tempesta in mare (Mc 4,40). Di che paura si tratta? Timore reverenziale davanti al sacro? Angoscia di non essere credute? Non è specificato. La paura delle donne deve avere a che fare con l’amore, come la donna del Cantico (Ct 5,6). Il gesto con cui si apriva il racconto, infatti, parla di premura per il corpo di Gesù (come Mc 14,3-9) e di un legame con il luogo del ricordo che avrebbe dovuto essere la lapide sepolcrale. L’amato però non c’è. Dov’è? Senza lui tutto è vano e perso. Senza l’amore, ecco la paura!
  • È risorto! È l'esclamazione che cambia la storia del mondo e di ciascun credente. Da questo annuncio inizia la fede e prende senso spendere la propria vita accanto al Signore. L'annuncio ricevuto, va trasmesso perché il discepolo non è un contenitore di nozioni, ma un testimone dell'incontro che gli ha cambiato la vita. È testimone dell’amore che supera la morte (che è più di quel che crede la donna di Ct 8,6).
  • Vi precede in Galilea. È il luogo in cui è iniziato il discepolato. In qualche modo è come se Marco ci invitasse a ricominciare la lettura. È quanto ordinariamente viviamo nella liturgia, nella gradualità del cammino di fede che si approfondisce giorno dopo giorno. Galilea significa ritornare al primo incontro d’amore.

Come può essere Pasqua oggi per me? Si tratta di tornare in Galilea, la mia Galilea. Il giorno o il luogo in cui una parola del Signore mi ha toccato profondamente e gustarla ancora. È come il ricordo del sapore del primo bacio che resta sulle labbra per sempre o come l’odore della casa paterna, riconoscibile anche dopo anni di lontananza. Oggi posso tornare in Galilea, se faccio un concreto esercizio di memoria sul mio passato e di consapevolezza sul presente; poi, pregando e fermandomi davanti al Signore, gli dirò: “Fammi alzare lo sguardo, fammi vedere ciò che vedi tu di me. Di’ anche all’anima mia di non temere perché più forte della morte è il tuo amore. Più forte della mia caparbietà di cercarti nella morte, per tenerti imbalsamato, è la tua tenerezza di soccorrermi nella vita, per farmi risorgere in piedi”.


Cristo primogenito: Lc 2,7.23; Rm 8,29; Col 1,15.18; Eb 1,6; Ap 1,5. Paura/timore sacrale: Es 34,30; 1Sam 4,7; Mc 5,15; Lc 5,8; 8,35; 9,34; Gv 6,19; Eb 12,21. Gesù vita eterna: Mt 28,20; Gv 6; 10; Ap 1,8; 22,13; il settimo giorno: Gen 2,3; Es 34,21.

Marco 16,1-8 - È risorto!

Le donne vanno al sepolcro per imbalsamare Gesù e sono fatte partecipi per prime dell'annuncio della Risurrezione. Finisce il sabato, inizia l'era nuova del mondo. È risorto!

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