Deuteronomio 8,1-5 Deserto e fedeltà
1 Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi do, perché viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso della terra che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri. 2 Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. 3 Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. 4 Il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant'anni. 5 Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te.
(Bibbia CEI 2008)
Commento:
Deuteronomio 8,1-5
Il cap. 8° è parte del secondo discorso di Mosè. Qui richiama all’alleanza e alla fede, insistendo sulla fedeltà di Dio. Essere fedeli a Dio è dunque una risposta all’amore paterno. Come un padre cura, accompagna e corregge il figlio, così Dio verso tutti.
Alcune note di riflessione su questi versetti.
- Oggi. Tre livelli cronologici per comprendere l’avverbio: il tempo della narrazione, il tempo della scrittura, il tempo della lettura. La narrazione si riferisce al tempo precedente all’ingresso nella Terra promessa. Siamo a breve distanza dal Giordano come si legge più avanti (9,1). La scrittura del testo, invece, è successiva agli eventi. Non c’è un cronista, compilatore di diario di viaggio, le parole sono ben “fisse nel cuore” (Dt 6). Il testo è un insegnamento di alto valore pedagogico, probabilmente risalente a un’epoca di abbondanza, da cui il richiamo alla memoria del deserto. Nell’abbondanza si può dimenticare il dono di Dio (Pr 30,8-9) e cadere nel “grave peccato” dell’orgoglio (Sal 19,14). La memoria del deserto è ricordo (v. 2) che ripete al cuore che si può vivere solo di ciò che viene da Dio (v. 3). Il tempo della lettura è il mio tempo. Ora leggo questa parola che dice: oggi ascolta, oggi ricorda, oggi mangia, oggi riconosci, oggi cammina, oggi sono con te!
- Deserto. In questo discorso è descritto come il tempo dell’umiliazione e della prova (v. 2). È il tempo della precarietà, ma la vita non viene meno perché Dio sfama e ripara. È il tempo del cammino, ma il vestito e i piedi non sono consumati perché Dio veste e accompagna. È il tempo del nutrimento dal cielo, in cui non si patiscono fame e sete perché Dio stesso nutre dalla sua bocca i propri figli (v. 3). Per il profeta Osea il deserto è un tempo speciale, quasi romantico (Os 2,16), in cui Dio concede al popolo il tempo di un nuovo innamoramento. Nel Vangelo per Gesù è il tempo della prova (Mt 4 e //i), della preghiera (Mc 1,35) e del segno del pane per le folle (Mt 14 e //i). Deserto è il luogo senza alcun riferimento se non la traiettoria del sole. Deserto è il tempo della separazione dal mondo caotico e lusinghiero per ricentrarsi sull’essenziale e per separare ciò che è vile da ciò che vale. Deserto è l’esperienza di Geremia e Paolo abbandonati da tutti, ma forti del vigore della parola del Signore. Deserto per me è la preghiera silenziosa, l’ascolto.
- Nutrimento. Il nutrimento dell’uomo è ciò che viene dalla bocca di Dio, la stessa che parlando crea ogni cosa (Gen 1-2). Gesù ha un cibo che lo sostiene: fare la volontà del Padre (Gv 4,34). Gesù è anche il vero cibo che sostiene (Gv 6,35). Smascherando il tentatore, ricorda che l’unica vera fame è della parola di Dio (Sap 16,26 e Am 8,11-12), perché il nostro fiato viene dalla sua bocca (Gen 2,7), è nelle sue mani (Gb 12,10) e saremmo nulla se Lui non ci sostenesse (Sal 144,4).
Oggi entro nel deserto, dalla bocca del Padre prendo il cibo che fa vivere in eterno: la sua Parola, il suo Corpo, la sua Chiesa, la carità vicendevole, tutto ciò che mi porta a Lui. Solo ciò che porta a Dio, può venire da Lui. Ciò che allontana è fatua illusione.
Paralleli e riferimenti
Manna nel deserto (Esodo 16)
Legge nel cuore (Geremia 31; Matteo 5). Tentazioni di Gesù (Mt 4; Lc 4; Mc 1)
Il grande peccato (Esodo 32,30-31; Dt 9,18; 2Re 17,21) o grave (Sal 19,14; Lam 1,8)
Geremia abbandonato 15,10; Paolo abbandonato 2Timoteo 4,16