Gàlati 6,11-18 - Saluto finale

Gàlati 6,11-18 - Saluto finale

Gàlati 6,11-18
Saluto finale



11Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, di mia mano. 12Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la Legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne.
14Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. 16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio.
17D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

(Bibbia CEI 2008)

Commento:


Gàlati 6,11-18


Siamo alla conclusione della lettera. Paolo scrive di proprio pugno una breve sintesi di quanto i Gàlati hanno appena letto: la vera circoncisione, il giusto vanto, la novità in Cristo e i segni del Paolo conformato a Gesù. Alcuni punti di riflessione.

  • Con che grossi caratteri (v. 11). Gli ultimi versetti sembra che siano stati scritti da Paolo in persona e non, dunque, dal segretario occasionale. Purtroppo non possiamo verificarlo con i manoscritti giacché, dopo l’originale (materialmente ormai inaccessibile), le copie non si preoccupano di tramandare l’estetica, ma il contenuto dei testi. Questo non è un caso unico di intervento diretto di Paolo, come possiamo rilevare in 1Cor 16,21-24, Col 4,18 e 2Ts 3,17. Se Paolo interviene di proprio pugno, significa che ciò che consegna deve essere quanto mai fondamentale. Lo stile dei versetti trasmette vigore e fermezza, come a sottolineare quanto più di tutto gli prema comunicare: il vanto del cristiano è Cristo e quando si accoglie Cristo nella propria vita, tutta la vita cambia.
  • La circoncisione e il vero vanto. In At 15,1 leggiamo di alcuni che, venuti dalla Giudea ad Antiòchia, insegnavano che senza la circoncisione di Mosè non potesse esserci salvezza. Probabilmente (anche se non segnalato) i più zelanti avrebbero potuto addurre che Gesù stesso fu circonciso (Lc 2,21), dunque perché non tutti? Paolo, in questa lettera, racconta di una discussione a proposito della circoncisione e della novità della legge di Cristo (a Gerusalemme; Gal 2,1-9). Egli ricorda come il suo collaboratore Tito non fu costretto alla circoncisione e che i «falsi fratelli intrusi» spiavano «la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi». Pietro in quell’occasione aveva detto che il dono dello Spirito Santo fatto da Dio ai suoi fedeli, aveva già purificato i loro cuori e che dunque non ci fosse bisogno di un altro segno esteriore (At 15,8-9). Coloro che avevano predicato l’osservanza della vecchia legge esteriore, dimenticando la potenza e l’efficacia della nuova legge dello Spirito, non avevano fatto altro che turbare e sconvolgere gli animi (At 15,24) e tutto questo per ottenerne un «vanto» sulla carne altrui (v. 13). Che significa? Vuol dire che hanno ceduto alla vecchia e sempre attuale tentazione di confondere il regno di Dio con una questione di possesso, controllo, numeri e dominio terreno. Paolo, invece, ha scoperto che la libertà che viene da Cristo conduce a un’altra circoncisione: quella del cuore e della mente (Dt 10,16; Ger 4,4). È il tagliare i ponti con l’orgoglio, affidandosi umilmente alla misericordia di Dio; è il recidere da sé i tentacoli del giudizio, portando nella preghiera anche chi fa soffrire; è il lasciare che la propria vita sia offerta per amore, come Cristo che ha dato tutto se stesso. Così, infatti, leggiamo in Fil 3,3: «I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne» [In At 21,15-26 l’accusa a Paolo di predicare contro Mosè]. Il vanto del cristiano è Cristo.
  • Essere nuova creatura in Cristo. In Cristo il mondo è stato crocifisso e così Paolo sa che siamo creature nuove. È interessante la scelta del verbo che richiama la croce. Il verbo σταυρόω, oltre alla citazione evidente della croce di Gesù, rimanda anche all’azione della costruzione di una palizzata. Il gesto comune, infatti, è quello di piantare in terra un palo di legno. La croce di Gesù segna una definitività dell’azione di Dio verso il mondo perché è la palizzata contro la quale si infrange la potenza del nemico ed è messo al sicuro il gregge per cui il pastore buono dà la propria vita (Gv 10,11). La croce di Gesù è la palizzata verso cui guardare (Gv 19,37 e Zc 12,10) per essere salvati dal morso velenoso del serpente dell’orgoglio, dell’invidia e dell’empietà (Nm 21 e Sap 16,10). Paolo ha scoperto che nella croce Cristo ha dato se stesso per amore (Gal 1,4; 2,20) e da quel momento tutto è misurato sulla misura dell’amore di Gesù.
  • Portare le stigmate di Gesù (v. 17). L’interpretazione dell’espressione “stigmate” è difficile. Alcune possibilità secondo gli esegeti: congiunzione mistica con la passione di Gesù (come il fenomeno mistico di 2Cor 12,1-4); una menomazione fisica subita dopo la conversione; una analogia che egli fa con Gesù, cioè come il Signore ha sofferto, così anche lui è perseguitato; un marchio spirituale per cui si riconosce appartenente a Gesù, come gli schiavi erano marchiati dai propri padroni; infine, un’allusione al battesimo per cui la sua vita è solo nella vita del Padre.

Il saluto finale è il dono del Risorto. Come il Risorto saluta con la pace, così il cristiano saluta donando la grazia di Gesù che fa vivere.


Il vanto giusto: Gdt 15,9; Sir 1,11; 9,16; 25,6; 39,8; Ger 17,14; Rm 5,2-3; 15,17; 1Cor 1,31; 13,3; 2Cor 10,17; 11,30; Fil 2,16; Gc 4,16;

Circoncisione nel cuore o nella fede: Dt 10,16; Is 1,2.10; 33,13; 40,3; Ger 4,4; 7,2-3; 9,25-26; At 7,51; Rm 2,25-29; 3,30; 4,9-12; 1Cor 7,19; Col 2,11; 3,11.

Tra i Padri della Chiesa: cfr. «Lettera di Barnaba», capitolo 9.

Gàlati 6,11-18 - Saluto finale

Il vanto del cristiano è Cristo. Nella croce di Gesù è eretto un muro di salvezza contro gli assalti del nemico e la circoncisione che fa nuove creature è il battesimo in cui siamo salvati nella grazia.

Continua...
Ricerca nel Blog