Matteo 4,1-11 1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: Il Signore, Dio tuo, adorerai: 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. (Bibbia CEI 2008) Matteo 4,1-11 Deserto, digiuno, solitudine, lotta, fatica. Già a una prima lettura appare come la realtà della tentazione sia essenzialmente tremenda e indesiderabile. I paralleli dell’episodio sono Mc 1,12-13 e Lc 4,1-13. In tutti i Sinottici segue la predicazione sulla vicinanza del regno di Dio (Mt 4,12-17; Mc 1,14-15; Lc 4,14-15). Fa fatica anche considerare come Gesù subisca le tentazioni dopo il battesimo. Perché a un evento di grazia dovrebbe seguire una prova? Narrativamente gli eventi sono legati in sequenza e comunicano la solidarietà del Figlio di Dio con l’umanità, che è “provocata al combattimento spirituale” (CCC 405). In questa vita viviamo nella solidarietà di Cristo con noi: «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4,15-16). Nello specifico: La vera e profonda tentazione che le accomuna tutte è l’insinuazione “Se sei Figlio di Dio”. La tentazione ruota tutta lì attorno e il maligno non si stanca perché odia profondamente (1Pt 5,8). Con le stesse armi tornerà a tentare Gesù nel momento estremo della prova (Mt 27,40). Altri riferimenti dal testo: Dt 3,27; 34,1-4; 1Cr 21,1; Gb 1-2; Sal 91,11; Sap 16,26; Dn 3,28; Zc 3,1-2; Mt 16,23; 27,49; Mc 15,36; Lc 22,26-27; Ap 21,10; Tentazione del maligno: Gen 4,7; Sir 2,1; Mt 5,37; Lc 22,31; 2Cor 2,11; Gal 6,1; Ef 6,11; 1Ts 3,5; 1Pt 2,11; Ap 3,10.
Se sei Figlio di Dio
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2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.
3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane».
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
«Vattene, Satana!
Sta scritto infatti:
a lui solo renderai culto».
Commento:
Il deserto è il luogo della solitudine per antonomasia. Nel deserto l’uomo è messo alla prova dell’essenziale (Dt 8). Nel deserto il cuore riconosce il sostegno vitale che solo Dio assicura e il suo amore (Os 2). Il deserto è segno di vuoto e morte (Sof 2,15), ma proprio in esso si ode la voce di colui che annuncia la vicinanza di Dio (Mt 3,3), più forte della morte. Anche dove il resto del mondo ha fatto deserto, il Signore non smette di dare la vita (Es 16,14; Mt 14,15; 15,33).
Il digiuno si comprende con la prima tentazione. Esso, unito alla preghiera e alla Parola è segno della vita che riconosce nel Padre il suo unico nutrimento.



















