Grembo divino - Veglia di Pentecoste anno A
1° lettura Genesi 11,1-9 ➜ Gen 11,1-9
Salmo responsoriale ➜ Salmo 33(32)
2° lettura Romani 8,18-27 ➜ Rm 8,18-27
Vangelo Giovanni 7,37-39 ➜ Gv 7,37-39
Veglia di Pentecoste anno A
È sempre singolare la celebrazione di una veglia. Il centro non è nell’azione, ma nel tempo che deve venire. È vicino, è alle porte, non è ancora qui. Verrà a far visita e ci parlerà. Cosa manca per accogliere il carico di novità con cui verrà?
Separazione e unità
Babele (1° lett.) descrive la fine che l’arroganza ha decretato a se stessa. La pretesa di aprire il cielo (Babele significa “porta di Dio”) e stabilire un nome eterno sulla terra, ha fatto dimenticare la bellezza del vivere fraterno. La consapevolezza perduta dagli uomini è che Dio in Adamo e Noè li aveva già benedetti signori e custodi della terra. La dispersione è dunque una nuova missione: ristabilire l’unità appoggiandosi non sulle proprie forze, ma sull’universalità dell’amore di Dio (Salmo e At 2).
Cosa fa il dono dello Spirito?
Gesù sa che l’uomo ha una sete che non riesce ad appagare definitivamente, come la nostalgia di una beatitudine avvertita, ma non pienamente goduta. È il desiderio di liberazione, di guarigione e di fraternità che fa vagare l’uomo incontrando spesso cisterne screpolate (Ger 2). Ecco che si propone come fonte capace di dissetare e far vivere in eterno (Vangelo). Può farlo davvero? È lo Spirito di Dio che attesta e garantisce al nostro spirito che è possibile, insegnando a pregare e sostenendo la debolezza (2° lett.).
La forza della novità
Lo Spirito del Signore è forza di novità. Anche se l’uomo si disperde (1° lett.), Dio non lo abbandona e provvede perché sia sostenuto e rinnovato (2° lett. e Sap 10,5). Cambiare è fatica, lotta, doglie come del dover partorire se stessi ogni volta. Gesù è il grembo dal quale scaturisce l’acqua viva che fa nuove tutte le cose (Ap 21). Nell’attesa dello Spirito di Pentecoste, guardare la sua croce è mettersi vicini alla grazia dell’acqua e del sangue che scaturiscono dal costato di Cristo (Gv 19,34), grembo nuovo dell’umanità rinnovata.