1Timòteo 2,1-8 - Pregare sempre

1Timòteo 2,1-8 - Pregare sempre

1Timòteo 2,12-20
Pregare sempre


18Questo è l'ordine che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie già fatte su di te, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia, 19conservando la fede e una buona coscienza. Alcuni, infatti, avendola rinnegata, hanno fatto naufragio nella fede; 20tra questi Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare.
1 Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. 3Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. 5Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, 7e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
8Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche.

(Bibbia CEI 2008)

Commento:

1Timòteo 2,1-8


Fondamento della vita cristiana è Cristo. La preghiera come colloquio nello Spirito con Dio è essenziale per tutti. A colui che prega il cuore è modellato nell’amicizia di Dio (Sap 7,27); per coloro per i quali si offrono preghiere, il mistero della grazia - che tutti unisce in Cristo - fa crescere la benedizione e la vita. Qui Paolo pone al centro dell’attenzione la preghiera liturgica e il suo fondamento.

  • Domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti (vv. 1-2 e v. 8). Il v. 8 è come gancio tra le due parti del capitolo; la comunanza tematica con i vv. 1-2 ci fa optare per l’unione con i vv. 1-7. Paolo chiede che si preghi incessantemente. Se Timòteo vuol sapere cosa sia la preghiera, ecco che l’apostolo non risparmia definizioni e sinonimi: domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti. La formazione ebraica che li accomuna è ben evidente; sembra, infatti, di leggere il compendio del Salterio. Paolo, Timòteo e i loro fratelli nella fede hanno imparato a pregare con i Salmi e le Scritture di Israele e sanno bene che non c’è un’unica maniera di rivolgersi al Signore. Per quale ragione pregare? Perché ognuno possa condurre una vita di pace, nella pietà verso Dio e nell’amore reciproco. Il regno di Dio, infatti, «è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo» (Rm 14,17) e il suo dono è per tutti. Le mani alzate verso il cielo dicono la direzione del cuore.
  • Dio unico Dio e Gesù unico mediatore (vv. 3-6). La cristologia di Paolo è chiara. Dio è uno solo (Gal 3,20). Egli, infatti, non predica un Dio diverso da quello che ha sempre conosciuto. Il Padre ha manifestato la sua vicinanza e ha fatto conoscere la salvezza in Gesù, che è Dio, ed è l’unico mediatore verso il Padre (Eb 12,24).
    I versetti centrali, cuore del discorso, consegnano due temi: vv. 3-4 Dio salva e vuole che tutti siano salvati; vv. 5-6 in Gesù conosciamo la salvezza che Dio ci dona. Soffermiamo l’attenzione sulle espressioni «uomo» e «riscatto».
    Uomo. Eb 2,14-18 ci ricorda che la solidarietà di Dio passa attraverso l’umanità concreta di Gesù. Nella sua morte è redento il nostro vivere e morire.
    Riscatto. Mc 10,45 ci consegna la consapevolezza di Gesù che la sua vita è un dono per la salvezza di tutti. Egli è mediatore di un’alleanza nuova e nella sua morte riscatta tutti quelli che erano sotto il dominio della morte (Eb 9,15). Fiumi di inchiostro sul tema del riscatto non hanno risolto la questione del senso della metafora. Senza entrare in questioni che ci allontanerebbero dalla ricchezza di questi versetti, riconosciamo che una metafora deve restare strumento e non è l’unico accesso alla verità. Leggendo il Vangelo e il Nuovo Testamento scopriamo che tutta la vita di Gesù è stata un sollevare gli uomini e le donne dalle condizioni di sofferenza e schiavitù. I suoi gesti, le sue parole, la morte e il mandato missionario da Risorto (Mt 28,19-20) sono tutti insieme frammenti dell’intera opera della salvezza. Oggi, se cerco, accolgo, incontro Gesù, egli mi libera dal male.
  • Paolo messaggero, apostolo e maestro (v. 7). Nel capitolo precedente Paolo ha definito se stesso come un bestemmiatore, persecutore e violento (1Tm 1,13). Qui ora leggiamo che egli ha consapevolezza della sua nuova missione, compresa nel momento in cui si è sentito amato da Dio e riscattato dal male che dominava il suo cuore. Gesù lo ha sollevato dalla schiavitù del male, del peccato e della morte e lo ha costituito messaggero della misericordia.

Preghiera e salvezza sono intrecciate in questi versetti. Gesù insegna che uno dei frutti della preghiera è diventare capaci di non scoraggiarsi mai (Lc 18,1). Modellando così il cuore, si può accogliere la salvezza e la si può donare ai fratelli. È vero che la vita di Paolo è segno della sovrabbondanza della misericordia di Dio. È altrettanto vero che un cuore docile allo Spirito più facilmente riconosce la propria vocazione e segue la chiamata ad essere testimone dell’amore di Dio.



Riferimenti dal testo: Ez 18,23; Os 2,2; Mt 20,28; Mc 12,29; Gv 3,11; 8,32; 10,14; At 9,15; Rm 9,18; 13,1-7; 1Cor 8,6; 2Cor 5,15; Ef 4,6; 5,2; Tt 3,1; Ap 1,5; 3,14; 

Mani al cielo per la preghiera: Es 17,11; Dt 32,40; Esd 9,5; 2Mac 14,34; Sal 63,5; 88,10; 143,6; Sir 48,20; Lam 2,19; Lc 24,50.

1Timòteo 2,1-8 - Pregare sempre

Fondamento della vita cristiana è Cristo. Nella preghiera il cuore è modellato nell'amicizia con Dio e lo Spirito unisce tutti in una nuova fraternità. Gesù unico mediatore è colui attraverso il quale il Padre dona la salvezza

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